C'è la mano dell'uomo
dietro il decesso dei due squali volpe ritrovati spiaggiati e
privi di vita la scorsa settimana sull'arenile di località La
Scala a Torre del Greco. A rivelarlo è stata l'autopsia condotta
questa mattina presso l'istituto zooprofilattico sperimentale
del mezzogiorno di Portici dal dipartimento di sanità
animale-unità operativa di Ittiopatologia. Gli accertamenti
hanno evidenziato che "i soggetti sono stati ritrovati con la
coda legata a una cima e vincolati a un corpo galleggiante,
vittime della stessa causa di morte. L'esame autoptico -
proseguono gli esperti - ha evidenziato una lesione
compenetrante associata a un processo emorragico nell'area del
cavo orale, compatibile con l'infissione di un amo da pesca".
Da ciò che si apprende, lo squalo femmina era in attesa di
quattro cuccioli. Si ipotizza che gli animali siano rimasti
vittime del "palangaro", uno strumento di pesca costituito da
una lunga lenza con numerosi braccioli armati di ami. "Tale
attrezzo, seppur consentito, risulta purtroppo non selettivo"
spiegano dall'istituto zooprofilattico. All'autopsia erano
presente anche componenti del dipartimento ecologia marina
integrata della stazione zoologica Anton Dohrn, che hanno
prelevato campioni per ulteriori ricerche sulla specie.
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