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All'Elicantropo 'Bambine care' di F. Imperadori e S. Valentino

All'Elicantropo 'Bambine care' di F. Imperadori e S. Valentino

Dal 7 novembre spettacolo di indagine sugli orfanotrofi italiani

NAPOLI, 05 novembre 2024, 19:30

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ha per tema la vita in orfanotrofio lo spettacolo 'Bambine care' di Francesca Imperadori e Salvatore Valentino, che la compagnia Sineddoche Teatro porterà in scena, da giovedì 7 novembre alle ore 20.30 (repliche fino a domenica 10) nel Teatro Elicantropo di Napoli, con Valeria Battaini, Francesca Imperadori e Anna Scola.
    L'allestimento, che vede alla regia Salvatore Valentino e tutor di progetto Giuliana Musso, è stato ispirato da un ex orfanotrofio femminile, oggi sede della compagnia, a Montichiari in provincia di Brescia.
    Le "bambine care", ospiti dell'orfanotrofio femminile Fratelli Marazzi, dagli anni Quaranta agli anni Sessanta, sono oggi delle signore anziane che Sineddoche teatro ha voluto incontrare. Dall'ascolto dei loro racconti, sottolinea una nota, "un insieme di aneddoti a tratti assurdi, a tratti terribili, drammatici, si è fatto spazio un forte sentimento di ingiustizia che ha spinto la compagnia a volerne fare un soggetto drammaturgico e a immaginare un teatro che rimette al centro l'esperienza vissuta, la onora e, se possibile, la consola". Tre donne in scena, tre storie di vita reale tra il prima, il durante e il dopo orfanotrofio. Tre personaggi, ognuno dei quali incarna una conseguenza della catena del danno: la follia, la rabbia, la negazione. "Tre archi evolutivi - si aggiunge - che ci mostrano la genesi del legame invisibile che si crea con il proprio carnefice. Solo alla fine dello spettacolo, quando il climax di queste storie ci mostra fino in fondo tutte le atroci conseguenze di un'educazione senza amore, una delle tre donne ci offre una possibile soluzione per spezzare questa catena e riconoscere il danno ancora prima che abbia tempo di attecchire. In Italia per diversi secoli, gli orfanotrofi sono stati luogo di sofferenza e abbandono, fino al 2006, quando, per decreto ministeriale, sono stati definitivamente aboliti".
    In questi luoghi chiusi e regolati da rigide norme educative sono cresciute generazioni di bambine e bambini che con grande sforzo hanno cercato e trovato, da adulti, un senso alla loro vita. Adulti che hanno saputo spezzare la catena del danno riconoscendo le sofferenze patite. Ascoltare oggi le voci di quelle bambine ha dato spazio. si afferma, "anche alla voce del bambino che noi stessi siamo stati, ha consentito di rivedere anche la storia di quel bambino dal suo punto di vista, riportando alla luce la nostra storia educativa. Grazie alle storie di 'Bambine care' si vuol dare voce a tutti i nostri bambini dimenticati e ritrovare con loro un altro modo di considerare la relazione adulto-bambino, ponendoci dalla parte più fragile, quella del nostro bambino caro".
   

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