(di Alessandra Magliaro)
"Hai visto Parthenope?" La domanda
dilaga con relativo commento critico, positivo o negativo, più o
meno argomentato e trattandosi dell'ultimo film del premio Oscar
Paolo Sorrentino è forse persino prevedibile. Meno scontato è il
coinvolgimento del film nelle discussioni dei giovani o la sua
citazione come tema di conversazione. Ambientato a Napoli con
una storia originale e con rimandi autobiografici alla
giovinezza non abitata abbastanza per i motivi spiegati in È
stata la mano di Dio, Parthenope racconta le stagioni della vita
di una giovane protagonista che si chiama come la città del
Vesuvio e dunque l'esistenza stessa tra crescita, speranze,
libertà, disillusioni, dolori.
I social sono inzeppati di critiche, ciascuno come accade con il
calcio dove son tutti allenatori, si sente titolato a dire la
propria ('no ma ditela una cosa su Parthenope' è una battuta
letta tra le tante).
Ma nel momento in cui il commento tracima oltre la bolla dei
giornalisti di settore ecco che si svolta. Gli incassi del film
uscito il 24 ottobre marciano veloci verso i 6 milioni.
Merito del tam tam, del fatto che 'devi' vedere Parthenope per
entrare nelle conversazioni avendo maturato una propria
opinione. Il regista poi non si sta risparmiando in un tour in
lungo e in largo per presentare al pubblico il film con la
novità, per una persona timida che di solito preferisce di gran
lunga comunicare con la scrittura (best seller come Tony Pagoda
e Hanno tutti ragione), di partecipare come ospite a tutti i
programmi possibili includendo tra i media anche radio e
podcast. Insomma ovunque. E ci si imbatte in un Sorrentino mai
visto nell'esilarante video (2 milioni e mezzo di
visualizzazioni in 24 ore) con i The Jackal quando, ovviamente,
con la sua regia "si annoiano" tutti insieme (la noia è uno dei
temi fondanti dell'arte e forse pure dell'esistenza del regista
e Maurizio Crozza ne ha fatto il centro della sua imitazione).
Persino dalla Gialappa's è attesa una sua ospitata. E dunque
pazienza se l'autorevole critico napoletano Goffredo Fofi ha
criticato il film bocciandolo come "senza poesia e senza
storia".
La Parthenope mania prevede magliette con la scritta J'adore
Sorrentino e J'adore Parthenope, gadget da esibire come cover di
cellulari con il poster e persino statuette, action figure, con
i personaggi del film come l'esilarante Greta Cool interpretata
da Luisa Ranieri che è andata ad arricchire la produzione di San
Gregorio Armeno a due passi dal Duomo di Napoli con il tesoro di
San Gennaro che grazie al vescovo interpretato da Peppe Lanzetta
è uno dei momenti cult del film, quel vagamente blasfemo con la
protagonista Celeste Della Porta nuda che indossa il crocifisso
intarsiato d'oro e pietre che è un po' quel Sorrentino in
purezza che tutti aspettiamo di ritrovare. Inevitabile la pizza
Parthenope che si gusta a Napoli da Enzo Coccia della pizzeria
La Notizia. E nel Golfo c'è il Bagno Sirena a Posillipo che
propone il giro Parthenope in canoa. La canzone cult del film,
un revival datato metà anni '70, "Era già tutto previsto" di
Cocciante è salita al primo posto nella viral 50 di Spotify.
A rendere Parthenope hype è stato il geniale coinvolgimento
dei giovani. Una mossa della neonata e dinamica Piperfilm che lo
distribuisce, che si è rivelata vincente. Se porti 10 creator
all'hotel Vesuvio a Napoli con vista Vesuvio per 24 ore con il
regista Oscar, stai con lui, vedi il film, ci dialoghi, produci
in libertà il tuo servizio creativo con una critica decisamente
nuova, agile, contemporanea (ma attenzione non per questo meno
preparata o superficiale) hai già vinto. Quei video sono
diventati virali e hanno scatenato un'onda che è andata a
impattare il pubblico dei ragazzi proprio quelli che nell'idea
iniziale voleva andare ad incuriosire e conquistare Paolo
Sorrentino. Anche le prime proiezioni di test, prima di andare
alla premiere mondiale in concorso al festival di Cannes, le ha
fatte mirate ai ragazzi e ragazze (i giovani di Scomodo a Roma
hanno visto il film prima dei giornalisti delle testate
nazionali). In una intervista televisiva diventata anch'essa
virale ha detto: "I ragazzi di oggi sono nettamente migliori di
quando io avevo 17/18 anni". Sarà per quello che su ebay si
vendono manifesti e locandine che tra i ragazzi sono diventati
oggetti da collezione.
È un'ode alla giovinezza, alla vita adolescente libera di
sperimentare, quella che il regista non ha potuto vivere e che
con il film voleva donare in un certo senso ai coetanei dei suoi
figli.
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