La deposizione di una
corona di alloro e un momento di preghiera davanti alla lapide
in cui il 13 novembre 2009 trovò la morte a 29 anni per mano dei
killer. Così, la città di Ercolano, ha ricordato Salvatore
Barbaro, vittima innocente, garzone di salumeria e cantante per
passione ucciso dalla camorra perchè guidava lo stesso modello
di auto di un boss. La cerimonia è stata preceduta da un
incontro nell'aula consiliare del Municipio cui hanno preso
parte alunni, parrocchie, rappresentanti delle istituzioni e
delle forze dell'ordine e dell'antiracket.
"Era un ragazzo speciale, pieno di vita e di sogni e farò in
modo che non verrà dimenticato, che si parli sempre di lui" ha
letto in un passaggio del suo intervento la sorella Agnese,
presente in aula con la madre e i familiari. "Voi giovani"
rivolta agli alunni "dovete capire che siete l'unica risorsa di
speranza che ci resta, siete il nostro futuro. Siate quel raggio
di sole che riscalda e illumina il prossimo".
"Salvatore non è vero che era nel momento sbagliato al posto
sbagliato. In realtà è capitato a Ercolano ciò che non doveva
capitare" ha detto Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano e
vicepresidente nazionale dell'Anci. "Adesso questa città, grazie
al lavoro straordinario dei commercianti e forze dell'ordine, è
cambiata. Una città in cui la criminalità organizzata non è
stata sconfitta, perché dobbiamo tenere sempre alta
l'attenzione, ma è stata depotenziata. Queste iniziative, basta
seguire la televisione in questi giorni, servono non solo a
Ercolano ma ovunque perché noi possiamo invitare forze
dell'ordine a presidiare i territori, installare quante
telecamere riteniate opportune, ma le divise non saranno mai
sufficienti e neanche gli occhi tecnologici se la scuola, la
politica, le parrocchie e le famiglie non fanno il proprio
dovere: è lì che si impara la cultura della legalità e il
rispetto delle figure istituzionali".
Durante l'incontro, aperto dai saluti del presidente del
Consiglio comunale Luigi Simeone, anche il comandante della
Legione Carabinieri Campania, generale di divisione Canio
Giuseppe La Gala: "Ricordare ciò che è successo tanti anni fa
serve a non abbassare la guardia ed è un momento in cui ai
giovani serve per dare esempi. Spesso dico che il tempo che noi
perdiamo nelle scuole coi giovani, non è mai tempo perso. Anzi,
è molto importante: ai giovani non bastano solo le parole ma
esempi concreti. Hanno bisogno di vedere persone che
quotidianamente diano loro esempi. Allora è fondamentale che ci
sia un impegno corale da parte di tutta la società a partire da
famiglie e scuole, forze di polizia e magistratura. Noi stiamo
andando nelle scuole a parlare di legalità, a cercare di far
capire che le regole non vanno imposte ma devono essere
interiorizzate".
All'evento anche il presidente del Tribunale di Napoli,
Elisabetta Garzo, il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli,
la dirigente scolastica dell'Istituto Superiore 'Tilgher'
Rossella Di Matteo, Luigi Ferrucci, presidente nazionale FAI e
Pasquale Del Prete presidente antiracket Fai di Ercolano,
Pasquale Incoronato parroco della chiesa Santa Maria del Pilar.
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