Al Teatro Augusteo da venerdì 22
novembre a domenica 1 dicembre, in anteprima nazionale, sarà in
scena la tradizione napoletana con lo spettacolo "Miseria e
Nobiltà" di Eduardo Scarpetta, regia di Luciano Melchionna, con
Massimo De Matteo protagonista nel ruolo dello scrivano Felice
Sciosciammocca, squattrinato sciupafemmine. E con Raffaele
Ausiello, Chiara Baffi, Marika De Chiara, Andrea De Goyzueta,
Renato De Simone, Valentina Elia, Alessandro Freschi, Luciano
Giugliano, Irene Grasso, Daniela Ioia, Raffaele Milite, Fabio
Rossi.
Produzione Ente Teatro Cronaca e SGAT Napoli (Gruppo Augusteo).
Adattamento a cura di Lello Arena e Luciano Melchionna, sua
anche l'ideazione scenica. Scene di Roberto Crea, costumi Milla,
musiche Stag, assistente alla regia Francesca Pelella.
La più celebre delle commedie del grande Scarpetta torna in
scena firmata da Luciano Melchionna, rileva una nota, "che
l'affida ai tempi comici di Massimo De Matteo e dei suoi
compagni. Un irresistibile meccanismo che supera gli anni
proponendoci ancora nuove imperdibili invenzioni. Gran
ciambellano della sperimentazione artistica contemporanea,
Melchionna accetta la sfida di mettere in scena una commedia
tradizionale che occupa un posto di rilievo nell'immaginario
collettivo, accogliendo la commedia di Scarpetta con la sua
storia, i suoi miti e il suo immaginario, e trasformandola in un
sorprendente trattato apocalittico del nuovo millennio". Pur
rispettando i cardini della trama e i personaggi principali,
nonché il tono della commedia, che affronta temi sociali
importanti mantenendo il divertimento, la versione di Miseria e
Nobiltà diretta da Luciano Melchionna crea "un percorso visivo
ed emozionale unico, dove le risate si fondono con profonde
emozioni".
Afferma il regista nelle 'note': "Miseria e nobiltà. Miseria
o nobiltà? Una cosa è certa, l'una non esisterebbe senza
l'altra, così come il palazzo signorile, affrescato e assolato,
non starebbe in piedi senza le sue fondamenta buie, umide e
scrostate. Un perfetto ecosistema: senza un solo elemento,
crolla l'intera 'architettura'". In uno scantinato/discarica,
mai finito e mai decorato, dove si nascondono istinti e rifiuti,
tra le ceneri della miseria proliferano e lottano per la
sopravvivenza 'ratti' che presto, travestiti da 'cani o gatti',
sgomiteranno per salire alla luce del sole. Sono personaggi che
trascinano i propri corpi come fantasmi affamati di cibo e di
vita. 'Ombre si dice siano, queste maschere, ombre potenti' in
bilico tra la miseria del presente e la nobiltà della
tradizione, intesa come monito di qualità e giusto equilibrio.
In un pianeta dove i ricchi sono sempre più ricchi, grazie ai
poveri che sono sempre più poveri, non ci resta che... ridere. E
qui Massimo De Matteo "giunge perfetto erede di quella maschera
tra le maschere che appartenne a Eduardo e ai suoi epigoni.
Ancora oggi, tra commedia dell'arte e tragicomica attualità, i
personaggi di Scarpetta, privi di approfondimento psicologico,
vivono e scatenano il buonumore e le mille possibili riflessioni
che l'affresco satirico di un'intera umanità può suggerire".
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