"La sentenza sulla legge Calderoli
smantella la Legge Calderoli e difende l'unità del Paese. La
Corte Costituzionale ha accolto in gran parte e in tutto il suo
nucleo essenziale, le censure mosse nel ricorso promosso dalla
Regione Campania e dalle altre Regioni ricorrenti, e
sostanzialmente 'riscrive' la legge nei termini che la stessa
Regione Campania ha proposto con un disegno di legge emendativo
della Calderoli trasmesso alle Camere ai sensi dell'articolo 121
della Costituzione qualche settimana fa". Lo dichiara il
presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Entrando nel dettaglio, "la pronuncia chiarisce, in primo
luogo - si legge in una nota della Regione - che contrariamente
a quanto previsto dalla legge Calderoli, l'Intesa può avere ad
oggetto esclusivamente singole e specifiche funzioni legislative
o amministrative e deve essere giustificata in relazione alla
singola Regione interessata dal trasferimento. Dunque, nessun
trasferimento indiscriminato e generalizzato di funzioni". "È
inoltre accolto - prosegue il comunicato - tutto il gruppo di
censure relative alla determinazione dei Lep: la Corte accoglie
il motivo di ricorso con il quale si era denunciato che la legge
Calderoli contiene, di fatto, una delega in bianco, in quanto
non detta i necessari criteri direttivi e principi generali per
la determinazione dei Lep. È altresì accolta la censura relativa
alla illegittimità della previsione che demanda ad un decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri anziché al legislatore
l'aggiornamento dei Lep". Terzo punto: "Viene accolta la censura
relativa all'illegittimità delle previsioni riguardanti il
finanziamento delle funzioni trasferite alle Regioni all'esito
dell'Intesa. La Regione Campania aveva lamentato la mancanza di
un meccanismo di correzione dell'entità delle risorse
nell'ipotesi in cui le stesse fossero risultate eccedenti
rispetto a quanto necessario per l'espletamento delle funzioni.
Viene inoltre rilevata l'illegittimità della previsione della
mera facoltà, e non dell'obbligo, per le Regioni ammesse alla
firma dell'Intesa, di concorrere agli obiettivi di finanza
pubblica". Con riferimento, poi, alla portata dei poteri delle
Camere, "del tutto sviliti - osserva la Regione - dalla
formulazione della legge Calderoli, la pronuncia in sede di
interpretazione delle norme chiarirà, tra l'altro, che il
Parlamento non sarà tenuto a ratificare o meno l'Intesa, ma
potrà modificarne il contenuto. Analogamente, in sede
interpretativa, la Corte correggerà la portata della legge in
ordine alle materie cosiddette no-Lep chiarendo che i relativi
trasferimenti di funzioni non potranno avere ad oggetto i
diritti civili e sociali". Infine, afferma la Regione Campania,
"la sentenza chiarirà anche l'effettiva portata della clausola
di invarianza finanziaria, precisando che, al momento della
conclusione dell'intesa e dell'individuazione delle risorse per
il finanziamento delle funzioni trasferite, andrà verificato non
soltanto il rispetto dei costi e dei fabbisogni standard e dei
criteri di efficienza, ma andranno altresì attualizzate le
valutazioni finanziarie. Spetterà inoltre al Parlamento colmare
i vuoti derivanti da alcune altre questioni sollevate nei
ricorsi, in modo da assicurare la piena funzionalità della
legge". Il comunicato della Consulta "dà conto, infine, di un
importante monito, contenuto nella sentenza, in merito al potere
della Corte di vagliare anche le singole leggi di
differenziazione".
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