Ha confermato le dimissioni da
presidente della Provincia di Caserta e da sindaco di Pignataro
Maggiore e si è tolto qualche sassolino dalle scarpe, tanto
politico che giudiziario, Giorgio Magliocca, che oggi ha tenuto
una conferenza stampa con a fianco il suo avvocato Mauro Iodice
per ribadire i motivi della sua decisione, maturata il 25
ottobre scorso dopo la perquisizione effettuata dai carabinieri
nella sua abitazione di Pignataro e negli uffici dell'ente
provinciale a Caserta.
Magliocca è indagato dalla Procura di Santa Maria Capua
Vetere per corruzione e concussione, in quanto accusato di aver
fatto pressioni su alcuni dirigenti provinciali - indagati -
affinchè affidassero appalti ad imprenditori che in cambio
garantivano a Magliocca la sponsorizzazione di squadre di calcio
dilettantistico in cui militava il figlio.
"Questa indagine - dice Magliocca con voce rotta
dall'emozione, quasi piangendo - è stata un fulmine a ciel
sereno per me e la mia famiglia, ed inoltre ha coinvolto mio
figlio, provocandomi grande amarezza e dispiacere, in modo anche
maggiore dell'indagine della Dda di Napoli che mi fece finire in
carcere nel 2011". Il riferimento è all'inchiesta per presunti
legami con la camorra di oltre 10 anni fa da cui Magliocca,
allora come oggi sindaco di Pignataro Maggiore, uscì assolto con
formula piena un anno dopo gli arresti e quasi un anno di cella.
"Mi dimetto per la mia famiglia e la dignità dell'ente, che
non deve essere condizionato dai miei problemi. Ho sempre tenuto
al mio profilo istituzionale". Ecco quindi l'unico sassolino
politico, rivolto al vice-presidente della Provincia Marcello De
Rosa, colui che dovrebbe sostituirlo fin quando non sarà eletto
il nuovo presidente (entro novanta giorni dalle dimissioni), che
però in questi giorni si sarebbe troppo esposto, parlando quasi
da presidente già in carica. "Fino alla mezzanotte di stasera
sono presidente della Provincia - precisa Magliocca - e sto
pensando di nominare un nuovo vice che da domani prenda il mio
posto".
Poi i sassolini giudiziari. "Mio figlio non ha mai giocato
nella squadra di calcio di Vitulazio, che secondo la Procura io
avrei sponsorizzato; inoltre quegli imprenditori indagati che
per i pm avrebbero versato i soldi per le sponsorizzazioni, io
non l'ho mai incontrati". Magliocca è inoltre accusato di
rivelazione di segreto d'ufficio in relazione alle notizie
riservate sull'indagine che avrebbe appreso da un imprenditore,
che a sua volta le avrebbe sapute dal cugino finanziere in
servizio proprio alla Procura sammaritana. E su tale circostanza
arriva il secondo sassolino: "non ho talpe in Procura -
sottolinea Magliocca - di questa indagine si sapeva in Provincia
già da un anno e mezzo, e io personalmente l'ho saputo proprio
da un collaboratore della Procura, cioè la persona che ha
registrato il colloquio avuto con me"; il riferimento è al
sindaco di Vitulazio Antonio Scialdone, che, emerge dal decreto
di perquisizione, ha collaborato alle indagini.
Magliocca ricorda poi che dal 2017, "da quanto mi sono
insediato come presidente alla Provincia, ho avviato, anche
sotto il profilo della legalità, una profonda azione di
risanamento dell'ente, che era in dissesto e aveva un debito di
60 milioni di euro; prima del mio avvento pagavamo un milione di
euro all'anno per tenere le ecoballe in terreni di Villa Literno
e Santa Maria la Fossa che valevano al massimo 300mila euro,
abbiamo rescisso i contratti ottenendo risparmi cospicui, siamo
la prima Provincia in Italia ad aver intercettato più fondi Pnrr
per ammodernare le scuole, così ben 56 istituti del Casertano,
oltre il 60% di quelli di nostra proprietà, saranno oggetto di
lavori. In tanti mi hanno chiesto di restare per proseguire
l'opera, ma preferisco dedicarmi alla famiglia in questa fase di
indagini preliminari". Il legale Mauro Iodice ha auspicato che
"i tempi giudiziari per accertare la verità siano rispettati".
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