Medaglie per i 40 anni dalla
laurea, per sottolineare un impegno che non ha mai fine. Si
concluderà domani la cerimonia con la quale l'Ordine dei Medici
Chirurghi e Odontoiatri di Napoli e provincia sta celebrando
l'ambito traguardo dei suoi iscritti, laureati nel 1984. Una
cerimonia suddivisa in 4 giorni per onorare il percorso di ben
110 tra medici e odontoiatri. «Celebrare i 40 anni dalla laurea
- spiega il presidente dell'Ordine dei Medici, Bruno Zuccarelli
- significa dare valore a un impegno che non conosce limiti né
orari. Per i colleghi che hanno conseguito la laurea nel 1984
questi quattro decenni sono stati scanditi da sfide che mai
avrebbero immaginato, traguardi impensabili della medicina e
frontiere abbattute grazie alle nuove tecnologie; ma anche
momenti drammatici come quelli affrontati durante la pandemia,
nel corso della quale i colleghi hanno dimostrato ancora una
volta, se ce ne fosse stato bisogno, la loro dedizione, il
coraggio e una grande umanità». Le medaglie conferite, quindi,
non simboleggiano solo una lunga carriera; rappresentano la
resilienza della categoria, la competenza e la capacità di
aggiornarsi costantemente, di apprendere e adattarsi. «Ogni
paziente assistito, ogni famiglia sostenuta, ogni studente
formato, e ogni collega ispirato - prosegue Zuccarelli -
contribuiscono a un patrimonio umano e professionale
inestimabile. Il nostro Ordine continua a vivere proprio grazie
a questo esempio». Quest'anno, come sottolineato dal presidente
della Commissione Albo Odontoiatri Pietro Rutigliani, la
celebrazione delle medaglie è coincisa anche con i 40 anni
dall'istituzione del corso di laurea in Odontoiatria e tante
sono le testimonianze di buona sanità alle quali l'Ordine dei
Medici ha voluto rendere omaggio: quella dalla pediatra Giovanna
Argo, ma anche quelle che hanno coinvolto i medici Domenico
Loffredo, Gerardo Fonzo, Paola Nardini e Giuseppe D'Amico Ricci.
E proprio la storia di quest'ultimo è emblematica di come la
professione di medico sia prima di ogni altra cosa una
vocazione. La sua esperienza, che sarebbe rimasta una delle
tante avvenute senza clamori, è arrivata all'attenzione
dell'Ordine dei Medici grazie ad una lettera d'encomio e risale
al mese di settembre. Il dottor D'Amico Ricci si è trovato nei
pressi di Venezia, di ritorno da un viaggio. Accortosi di un
incidente in autostrada si è fermato a prestare soccorso. Ben
presto ha dovuto lottare per salvare la vita di una giovane
motociclista vittima di un violento incidente. Nei minuti a
seguire le azioni del giovane medico, oggi in servizio
all'Ospedale del Mare di Napoli, hanno fatto la differenza per
quella giovane donna: sono state il discrimine tra la vita e la
morte. La sera stessa, D'Amico Ricci - che è anche Ufficiale
medico della riserva selezionata della Marina Militare - è
riuscito a sapere che il suo intervento era stato efficace: la
giovane motociclista se la sarebbe cavata. Tre mesi dopo,
proprio in occasione della consegna delle medaglie, il dottor
D'Amico Ricci ha potuto rivedere, grazie ad un collegamento
skype, la sua "paziente per caso". Un momento di grande
commozione, così come commoventi sono alcuni passaggi della
lettera che la giovane donna, un'agente di polizia, ha scritto
all'Ordine dei Medici di Napoli: "Scrivo queste righe oltre per
esprimere la mia gratitudine verso tutto il personale sanitario
italiano, per ringraziare formalmente il dottor D'Amico Ricci
per la sua professionalità e umanità. Sul posto in attesa
dell'arrivo dell'ambulanza ha chiuso temporaneamente la mia
ferita profonda, ha controllato il mio occhio sinistro, i miei
battiti. La sera stessa ha contattato l'ospedale nel quale ero
ricoverata per sincerarsi delle mie condizioni". E ancora
"comprendo bene che tali operazioni rientrano nel dovere
professionale di ogni medico, tuttavia dopo essere viva per
miracolo e grazie anche alla professionalità di tali persone,
come persona, sento il dovere ed il bisogno di rivolgere
formalmente all'Ordine dei Medici di Napoli un ringraziamento
dal profondo del mio cuore".
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