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Violenze in carcere: teste indica agenti, "mi hanno aiutato"

Violenze in carcere: teste indica agenti, "mi hanno aiutato"

"Salvato dalle botte mentre gli altri con i caschi picchiavano"

NAPOLI, 18 novembre 2024, 14:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Quei due agenti seduti in aula, uno faceva l'autista, l'altro era il mio capo-spesa, mi hanno aiutato mentre altri poliziotti con i caschi mi picchiavano usando i manganelli. Mi hanno tirato fuori dai pestaggi, salvandomi".
    Così il teste Raffaele Romano al maxi-processo per i pestaggi commessi dai poliziotti penitenziari al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) nei confronti dei detenuti del Reparto Nilo il 6 aprile 2020. Romano, detenuto fino al 2023 e attualmente libero, non si è costituito parte civile nel processo, e non ha presentato alcuna denuncia, ma è stato però sentito dagli inquirenti durante la fase delle indagini preliminari, e in quella circostanza diede un contributo scarsamente rilevante.
    Oggi però in aula si è presentato con dieci foto delle lesioni riportate dopo i pestaggi, "foto che - ha raccontato il teste - mia moglie mi ha fatto con il suo cellulare durante una videochiamata che le feci dieci giorni dopo le violenze".
    Quelle immagini mai fornite alla Procura o ai carabinieri, sono state acquisite dalla Procura e messe a disposizione delle parti. Romano ha poo raccontato di essere "stato picchiato, dopo essere uscito dalla sala socialità, da 4-5 agenti con i caschi, che mi hanno colpito violentemente facendomi quasi uscire l'osso dalla gamba destra; a quel punto l'agente piccolo che è solitamente il mio capo-spesa, mi ha tirato fuori dal gruppo dei poliziotti che mi pestava, e poi quello grosso, che fa l'autista, mi ha riportato in cella".
   

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