Il processo sulle presunte torture
ai danni di detenuti avvenute nel carcere di Santa Maria Capua
Vetere (Caserta) il 6 aprile 2020, durante la stagione delle
proteste e delle rivolte nei penitenziari causa lockdown da
Covid - 105 gli imputati tra poliziotti della penitenziaria,
funzionari del Dipartimento dell'amministrazione delle carceri
(Dap) e medici dell'Asl di Caserta - sta arrivando alla fase
conclusiva dell'escussione dei testimoni detenuti all'epoca dei
fatti presso il reparto Nilo del carcere casertano, dove
avvennero i pestaggi.
E nelle ultime udienze i testi esaminati, non appartenenti al
gruppo degli oltre 150 detenuti vittime costituitesi nel
processo come parte civile, quasi tutti già sentiti nei mesi
scorsi, stanno descrivendo uno spaccato in parte diverso
rispetto alla tesi accusatoria, con numerose dichiarazioni a
favore degli agenti penitenziari imputati.
Il teste Raffaele Romano in aula ha indicato gli agenti
imputati Giuseppe Gaudiano e Alessio De Simone: "Mi hanno
aiutato - ha detto - portandomi via dal gruppo di agenti con
caschi e manganelli che mi stavano massacrando".
Il teste nigeriano Okoli Pedro Uch, che all'epoca dei fatti
era detenuto alla sezione 3 del reparto Nilo, in aula ha
affermato di essere stato protetto dall'ispettore Salvatore
Mezzarano del Reparto Nilo, il quale gridava ai suoi colleghi di
non picchiare e grazie al suo intervento ha interrotto le
violenze. In sede di controesame, l'avvocato Edoardo Razzino,
difensore di Mezzarano - uno degli imputati più importanti
secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere - ha mostrato i
video e così il testimone ha riconosciuto l'ispettore che lo
proteggeva accompagnandolo in cella.
Un altro testimone, Ismaila Futa, ha invece riferito che
l'ispettore Mezzarano urlava "basta, basta, basta", mentre
veniva percosso da poliziotti con caschi, mascherine e
manganelli - provenienti quasi tutti da altre carceri, come
Secondigliano e Avellino - mentre il teste Pasquale Bottone ha
raccontato che Mezzarano il 6 aprile intervenne in sua
protezione urlando "lasciatelo stare, lasciatelo stare",
sottraendolo così alle violenze degli agenti provenienti
dall'esterno.
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