"Abbiamo rafforzato la nostra
collaborazione sia in ambito universitario che scientifico. La
Settimana Italia Cina sulla scienza, tecnologia e innovazione è
uno dei veicoli più significativi per la trasmissione di queste
cooperazioni rafforzate". Lo ha affermato la ministra
dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, in
occasione della giornata inaugurale della XIII Settimana Italia
Cina sulla scienza, sulla tecnologia e l'innovazione che si
svolge da oggi a Città della scienza, a Napoli.
Bernini ha sottolineato come la collaborazione fra i due
Paesi risalga ad anni passati ed ha ricordato che quest'anno
ricorre il ventennale del Partenariato Globale internazionale
stipulato nel 2004 durante il Governo Berlusconi. "La Settimana
Italia Cina della scienza - ha aggiunto - è l'occasione in cui
le comunità scientifiche italiane e cinesi si confrontano, si
parlano, condividono idee e progetti rafforzando le relazioni
scientifiche che già ci legano, con l'intenzione di lavorare per
rafforzare ulteriormente i contenuti e le collaborazioni. Ogni
anno - ha proseguito il ministro - la Settimana Italia Cina
stimola i contatti tra i ricercatori e per questa ragione
l'Italia crede fermamente nell'efficacia di queto strumento".
Il ministro ha altresì evidenziato che "dal 2013 a oggi
questo appuntamento ha reso possibile il coinvolgimento di oltre
10mila esperti e ricercatori e 5mila matching tra Centri ricerca
e istituzioni universitarie e la sottoscrizione di numerosi
accordi". Un evento, che da oggi al 28 novembre si svolge a
Città della scienza a Napoli per poi spostarsi a Venezia, che si
svolge ad anni alterni tra sedi italiane e sedi cinesi.
"L'anno scorso a novembre eravamo in Cina - ha ribadito
Bernini - e quest'anno siamo qui a Napoli, prima edizione in
presenza in Italia dopo il covid". La ministra ha inoltre
sottolineato come l'Italia abbia "tante capitali della scienza e
della tecnologia, ma anche delle scienze umanistiche. Quello che
è emerso oggi, anche dai nostri relatori d'eccezione, è che ora
la figura dello scienziato è un po' come lo scienziato
rinascimentale: non è super specializzato, ma è formato nelle
scienze dure e nelle scienze umanistiche, è un filosofo tecnico,
un ingegnere bioeticista, è un po' di tutto ed è un po' il
nostro Dna perché siamo nati multidisciplinari".
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