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A Napoli 'Il presepe dei fondaci' ricorda epoca Serao

A Napoli 'Il presepe dei fondaci' ricorda epoca Serao

Vita vera dei vicoli come in una 'istantanea' scattata nel 1889

NAPOLI, 27 novembre 2024, 12:15

Redazione ANSA

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(di Ciro Fusco) Una imponente figura femminile occupa il centro della scena e tutto intorno un fermento di vita vera che però prelude ad un abbandono di quei vicoli per far spazio agli stradoni pensati per collegare il centro città alla stazione ferroviaria di Napoli .
    E' il 'Presepe dei fondaci' , antiche aree della città portuale destinate a depositi e trasformate negli anni in umili abitazioni, in mostra a Napoli che ci propone una istantanea 'scattata' nel 1889 dalla penna di Matilde Serao la donna al centro del presepe.
    " Matilde Serao - spiega all'ANSA Vincenzo Nicolella responsabile dell' Associazione Presepistica Napoletana promotrice della mostra "La Poesia del presepe napoletano" visitabile gratuitamente nella chiesa di Santa Marta in Via San Sebastiano 42 - è una delle più interessanti figure della intellighentia napoletana su questo speciale allestimento e' riprodotta con altri 'nuovi pastori' intellettuali ed artisti protagonisti di quell' epoca come Roberto Bracco , Francesco Mastriani, Ferdinando Russo, Giuseppe Fiorelli, Filippo Palizzi, Salvatore Di Giacomo, Mario Costa, Vincenzo Russo ".
    "Questa opera - spiega Nicolella - sottolinea la trasformazione stilistica e concettuale del presepe napoletano da quello settecentesco cosiddetto cortese , a quello per così dire "moderno". Dai paesaggi rurali con pastori viandanti e diretti verso la Nativita', si passa alle ambientazioni cittadine dove è la vita del vicolo con i venditori ambulanti a riempire la scena. Il presepe mantiene la tecnica realizzativa per realizzare scenografia e i pastori, ma diventa uno strumento per raccontare i mutamenti sociopolitico, economico e di costume di una società di cui il presepe è sempre stato un riflesso".
    La meticolosa realizzazione dei luoghi del presepe, a cui da giugno scorso hanno collaborato 35 persone tra i quali 7 maestri presepiali, e' stata ottenuta attraverso un'accurata ricerca documentale, testi, poesie, canzoni foto e dipinti a partire dai quadri di Vincenzo Migliaro anche lui riprodotto in una numerose scene presenti mentre abbozza una delle sue opere commissionate, a futura memoria, dal Governo dell'epoca proprio in previsione della prossimo risanamento.
    Ed e' proprio la vita vera di quegli stretti vicoli che il 'Presepe dei fondaci' si propone, meticolasamente e non risparmiando dettagli, di raccontare. Qui bene e male convivono in pochi centimetri e agli intellettuali ed artisti presenti sulla scena si affiancano scugnizzi che giocano, ambulanti, artigiani, innamorati abbandonati fino ad arrivare scoprire , attraverso le sbarre di un balcone, una stanza dove un prostituta, sotto gli occhi di una madre complice, si da gli ultimi ritocchi prima dell'arrivo dei clienti.
    Un presepe senza la scena della nativita' quindi.
    "No - svela Nicolella indicando una scena ai margini del presepe - li come si vede ci sono due persone che, in previsione dell'imminente abbattimento della chiesa che lo ospitava , portano in salvo un classico presepe con la capanna e la Sacra famiglia ". L'ultima foto prima che '' Il ventre di Napoli - come descritto da donna Matilde - fosse sventrato.
   

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