La Diga di Campolattaro, una
delle gradi opere strategiche nazionali finanziata con 700
milioni di euro, si "blocca" da mesi a Milano in attesa che la
società preposta, che ha sede nel capoluogo lombardo, conceda la
validazione del progetto esecutivo dell'opera, suddivisa in tre
lotti.
E' questa la fotografia dello stato dei fatti dell'opera di
competenza del Mit, finanziata per 500 milioni di euro con fondi
PNRR, FSC e Fondo opere indifferibili e partecipata per il
restante dalla Regione Campania.
Sia il ministro Matteo Salvini che il governatore della Campania
Vincenzo De Luca nei loro sopralluoghi hanno sempre ribadito
l'importanza e la valenza "di una delle principali opere
strategiche della Regione Campania in campo idrico, di valenza
storica per il Sud e per l'intero Paese, e che consentirà
l'autonomia idrica della nostra regione".
In particolare, per il terzo lotto (che interessa i comuni della
Valle Telesina a vocazione vitivinicola fino ad arrivare nel
casertano nei comuni di Gioia Sannitica e Curti) i cui lavori
sono stati finanziati per 70 milioni di euro, i cantieri sono
stati aperti da un anno, le imprese aggiudicatarie da mesi hanno
acquistato circa diecimila metri di tubazioni dai costi
milionari, i contadini hanno ceduto i loro terreni per il
passaggio dell'acquedotto (destinato all'utilizzo per acqua
potabile, per uso irriguo e idroelettrico) e, contrariamente a
quanto era stato loro promesso, sono ancora in attesa dei
ristori concordati per le servitù e per l'occupazione temporanea
di alcune fasce.
A lamentarsi dello status quo non sono solo le imprese, dunque,
ma anche i proprietari dei terreni ricadenti nel terzo lotto,
"espropriati" finora di oltre 75mila metri quadrati di proprietà
coltivata a vigneti.
"Con entusiasmo abbiamo ceduto le nostre terre - dicono i
contadini - convinti della grande utilità dell'opera. Ma
constatare che, pur essendoci i soldi, da mesi tutto è fermo a
causa di cavilli burocratici questo ci indispettisce".
Secondo quanto si apprende, infatti, tra le richieste
esplicative formulate dalla società che deve validare il
progetto esecutivo ci sarebbe anche quella relativa "alla
tipologia della maniglia di una finestra da installare in una
cabina elettrica".
"Siamo all'assurdo", commentano i contadini.
Di qui l'appello a Salvini e De Luca: "Dichiarate sempre di
voler combattere la burocrazia: ora è il momento di
dimostrarlo".
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