/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Tar Campania conferma infiltrazioni mafiose in azienda agricola

Tar Campania conferma infiltrazioni mafiose in azienda agricola

Ma dopo la sentenza la prefettura ne comunica la cessazione

NAPOLI, 01 dicembre 2024, 10:22

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Tar Campania conferma con sentenza l'interdittiva antimafia a carico dell'azienda agricola del Casertano La Marchesa, che produce latticini tra cui anche mozzarella di bufala campana dop, ma nel frattempo, attraverso una nota, la prefettura di Caserta attesta che non sussistono più tentativi di infiltrazione mafiosa.
    Una situazione particolare "figlia" anche dei tempi della burocrazia e della giustizia, con l'azienda che dunque ha ricevuto sentenza negativa che ha confermato la piena legittimità e validità dell'interdittiva, essendo la sorella dei proprietari, i fratelli Giuseppe e Raffaele Garofalo, sposata da anni con Pasquale Fontana, cugino del capoclan Michele Zagaria ed esponente della cosca; la donna ha venduto le quote societarie nel 2014 poco prima di sposarsi con Fontana, ma per i giudici amministrativi "è seriamente probabile che la cessione delle proprie quote della società sia stato un espediente a cui è ricorsa la donna per aggirare la normativa antimafia".
    L'interdittiva della prefettura di Caserta fu emessa nel marzo 2021, poi intervenne la decisione dell'Agea (dall'Agenzia per lo sviluppo per l'erogazione in agricoltura) di revocare i finanziamenti erogati all'azienda agricola. Nel 2022 la società fu anche ammessa al controllo giudiziario da parte della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere; il controllo è cessato nel febbraio scorso, dopo che il tribunale ha accertato il superamento delle "criticità", legate appunto ai presunti condizionamenti camorristici. I fratelli Garofalo hanno così presentato nell'aprile scorso istanza di aggiornamento della posizione antimafia, cui la prefettura non ha immediatamente risposto; lo ha fatto solo a luglio dopo che l'azienda ha impugnato con un ulteriore ricorso il silenzio all'istanza, attestando l'insussistenza delle criticità legate ai presunti condizionamenti dopo aver preso atto anche della decisione del tribunale sammaritano del febbraio scorso. Intanto qualche giorno fa il Tar ha discusso nel merito il ricorso contro l'interdittiva, confermandola. Si attendono i prossimi passaggi burocratici, anche se la situazione sembra essersi sbloccata positivamente per l'azienda dei fratelli Garofalo.
   
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza