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Melanoma,occhio a tintarella sulla neve,solo 1 su 10 si protegge

Melanoma,occhio a tintarella sulla neve,solo 1 su 10 si protegge

Ascierto,dai raggi del sole ci si deve difendere pure in inverno

NAPOLI, 06 dicembre 2024, 17:26

Redazione ANSA

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Cappello, guanti e sciarpa non mancano mai nella valigia di chi si appresta a trascorrere le vacanze sulla neve in montagna.

Ma solo in pochi, anzi in pochissimi, pensano a portare con sé anche la protezione solare soprattutto per il viso, proprio come si fa in estate quando ci si prepara per andare al mare, e occhiali da sole con protezione UV al 100%, fondamentali per contrastare la fortissima azione riflettente della neve sugli occhi.

Una ricerca dell'American Academy of Dermatology ha rivelato che quasi 1 adulto su 5 non sa che è possibile scottarsi durante l'inverno e ancora meno, circa 1 su 10, si protegge dal sole prima di svolgere comuni attività all'aperto quando fa freddo.
    Eppure, in montagna l'esposizione alle radiazioni UV, le principali responsabili del melanoma, sia della pelle che degli occhi (melanoma dell'uvea, che si sviluppa dalla coroide, dall'iride e del corpo ciliare), possono essere più intense del 20%. Neve e ghiaccio poi possono amplificare l'esposizione, riflettendo i raggi solari come uno specchio. A lanciare un avvertimento, invitando a una maggiore attenzione e prudenza in vista delle vacanze natalizie, è Paolo A. Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'Istituto Pascale di Napoli, in occasione della decima edizione dell'Immunotherapy e Melanoma Bridge, che si chiude oggi a Napoli.
    "Il melanoma, il tumore della pelle più aggressivo, non ha stagioni - sottolinea Ascierto -. Di conseguenza la prevenzione non deve mai andare in vacanza. Specialmente quando ci si trova in montagna e sulla neve. Il freddo, infatti, non protegge dalle radiazioni UV, tutt'altro. L'esposizione in montagna è maggiore rispetto ad altre zone di bassa quota. Questo accade perché lo strato di atmosfera che può assorbire in parte le radiazioni provenienti dal sole si assottiglia con l'aumentare dell'altitudine. Nello specifico l'intensità dei raggi UV aumenta circa del 10% ogni 1000 metri di altezza. Dunque i raggi UV colpiscono con maggiore intensità la nostra pelle. La neve, inoltre, agisce come uno specchio gigante e riflette l'80% dei raggi UV verso il corpo, il viso e anche gli occhi, particolarmente sollecitati e per i quali è fondamentale la protezione di occhiali con protezione UV al 100% oppure occhiali protettivi anti-UV".
    Nonostante questo, sono in molti che non si rendono conto della necessità di usare la protezione solare in inverno.
    Secondo quanto emerso dall'indagine dell'American Academy of Dermatology - i cui risultati possono rispecchiare anche quanto accade in Italia - quando fa freddo solo il 13% delle persone prevede di usare la protezione solare quando va a fare passeggiate o escursioni. Il 4% la utilizza quando spala la neve e solo il 6% durante i giochi o lo sport all'aperto. "La protezione solare è di vitale importanza perché i raggi ultravioletti sono sempre presenti, indipendentemente dalla stagione o dall'ora del giorno - spiega Ascierto - Anche nelle giornate nuvolose, fino all'80% dei raggi UV del Sole può penetrare le nuvole. Se non ti proteggi, i raggi UV aumentano il rischio di sviluppare il cancro della pelle".
    La scarsa attenzione alla prevenzione primaria in inverno, va poi di pari passo con la scarsa attenzione alla prevenzione secondaria, cioè al controllo e all'esame dei nei "atipici" o dubbi. Nella stagione fredda, restando perlopiù coperti per mesi, si rischia di non accorgersi della presenza di formazioni anomale. L'inverno è così lungo che un melanoma può avere tutto il tempo di proliferare indisturbato. Uno studio su oltre 1250 pazienti con melanoma, pubblicato sulla rivista Dermatologic Therapy, mostra che è nella stagione estiva che si fanno più diagnosi (29%), seguita dalla primavera (26,6%), dall'autunno (23,1%) e in ultimo dall'inverno (21,3%). "Tuttavia, una diagnosi precoce è in grado di influenzare in maniera importante la prognosi di un paziente - sottolinea Ascierto -. Anche se i nuovi trattamenti immunoterapici hanno aumentato significativamente le chances di cura dei pazienti con melanoma in stadio avanzato, l'aspettativa di vita per coloro che hanno un melanoma in stadio iniziale raggiunge ben il 95% a 10 anni dalla diagnosi" aggiunge.
   

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