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Scarichi in mare,grido d'allarme da ultimo paradiso coste Napoli

Scarichi in mare,grido d'allarme da ultimo paradiso coste Napoli

Un progetto ne prevede il raddoppio

NAPOLI, 06 dicembre 2024, 15:24

Redazione ANSA

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I dirigenti dell'Area Marina Protetta del parco sommerso della Gaiola, uno degli ultimi paradisi costieri della città di Napoli, lanciano l'allarme contro il progetto, legato alla riqualificazione di Bagnoli, che prevede il raddoppio del collettore che porta in mare acque nere e piovane.
    "La Gaiola è il vero polmone biologico della costa napoletana.
    Tutto quello che si è salvato è assolutamente da conservare all'interno dei fondali della città di Napoli in un luogo che da ormai diversi anni tutelato. Devo dire la verità: siamo stati anche presi molto in contropiede perché eravamo convinti che questo fosse un progetto nato sbagliato alcuni anni fa ed eravamo convinti che poi il buon senso avrebbe trionfato. Perché è un paradosso che non si può proprio pensare". Lo dice senza mezze misure Maurizio Simeone, direttore dell'Area Marina Protetta, contestando la decisione del governo in merito alla realizzazione dello scarico a mare del collettore Sant'Antonio nelle acque di Coroglio e nella Zona speciale di Gaiola e Nisida. Il provvedimento porterà - si sostiene - a un raddoppio delle acque di fogna che verranno scaricate in mare in occasione di piogge consistenti.
    Una decisione che lascia i gestori di Gaiola sconcertati e anche una enorme parte degli studiosi del settore. "E' molto importante - spiega Simeone - che oltre ai pareri tecnici del Parco ci siano pareri negativi con relazioni tecniche, da parte di tutto il gotha della ricerca scientifica sul tema ma non solo, anche del mondo della cultura che si è affiancato al parco per difendere quello che è realmente l'ultimo paradiso costiero della città di Napoli. La realtà è che si aumenterebbe la portata, come si legge nelle relazioni tecniche da loro scritte, che aumenteranno i carichi di acqua nere, quindi da 100 a 200 metri cubi al secondo, quindi un bel po'".
   

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