Mentre nello stabilimento di
Pomigliano si riassapora la normalità dei turni di lavoro con le
produzioni della Panda e dell'Alfa Romeo Tonale che
riprenderanno domani, del futuro di Stellantis e dello
stabilimento campano si è parlato nel corso di un confronto con
i sindacati promosso dal governatore campano Vincenzo De Luca,
un prologo in vista del tavolo romano convocato per la prossima
settimana.
"Abbiamo molto apprezzato - dicono Giovanni Sgambati e
Crescenzo Auriemma, rispettivamente segretari generali della Uil
e della Uilm Campania - la disponibilità del presidente De Luca
ad incontrarci e confrontarsi sul futuro di Stellantis prima
dell'incontro del 17 dicembre. Nel corso del confronto abbiamo
ribadito l'importanza di riconfermare l'accordo e gli impegni
già presi dal ministro Urso su Stellantis, per questo riteniamo
che l'incontro debba essere fatto a Palazzo Chigi".
"Accogliamo favorevolmente - proseguono i due sindacalisti -
la disponibilità della Regione di rendere i nostri stabilimenti
migliori nel loro impatto ambientale e consumo energetico".
Invita ad andare oltre il segretario generale della Cgil
Napoli e Campania, Nicola Ricci: "E' inutile - sottolinea -
rincorrere il traguardo del milione di autovetture, se non ci
sono certezze sui modelli da realizzare nello stabilimento di
Pomigliano e per quello di Pratola Serra. Noi chiediamo risposte
immediate e intendiamo ragionare su un nuovo piano di
produzione. La soluzione che è stata trovata per Trasnova -
secondo Ricci - ha evitato per ora i licenziamenti, ma bisogna
avviare una riflessione su tutto il settore dell'automotive che
in Campania, complessivamente, occupa circa 20.000 addetti tra
diretti e indiretti. Noi ci aspettiamo, conoscendo le battaglie
portate avanti da De Luca sui temi dell'autonomia differenziata
e la sanità, che la Campania sia protagonista in un tavolo dalla
presidente Meloni su Stellantis".
Un apprezzamento per il confronto di oggi arriva anche dalla
segretaria generale della Cisl Campania Doriana Buonavita che
tuttavia invita ad andare oltre: "La strada intrapresa del
confronto è sicuramente quella giusta soprattutto perché con
l'accordo al Mimit si è data una boccata d'ossigeno ai
lavoratori. Ma un anno passa presto e già da ora dobbiamo
pensare a politiche attive e percorsi formativi che possano
intervenire alla scadenza della Cig, ovvero tra 4 mesi, per
riconvertire eventualmente le competenze dall'endotermico
all'elettrico e per prospettare, in mancanza, percorsi
lavorativi analoghi, visto ormai il disimpegno delle
multinazionali che stanno arretrando sistematicamente
dismettendo i siti e le produzioni".
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