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Castello delle cerimonie, Comune revoca licenze alla Sonrisa

Castello delle cerimonie, Comune revoca licenze alla Sonrisa

Stop alle attività. Sindaco: "Prosegue l'acquisizione del bene"

NAPOLI, 13 dicembre 2024, 09:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Come comunicato nelle scorse settimane, è stato notificato il provvedimento di revoca delle licenze per la ristorazione e per l'albergo alle tre società che hanno gestito finora il complesso immobiliare denominato 'Grand Hotel La Sonrisa', in vista della completa acquisizione del bene a patrimonio comunale". A dirlo è Ilaria Abagnale, sindaca di Sant'Antonio Abate, come della provincia di Napoli dove si trova il cosiddetto "Castello delle cerimonie".
    Alle tre società coinvolte è stato notificato il provvedimento di revoca delle due licenze di pubblico esercizio e per l'esercizio dell'attività alberghiera, con "contestuale cessazione delle attività alberghiera e di ristorazione".
    Al netto di eventuali ricorsi al Tar o sospensive, tutte le attività dovranno cessare. "In caso di mancata ottemperanza, anche parziale, del provvedimento - si legge nel provvedimento notificato dagli Uffici comunali abatesi - sì procederà alla chiusura forzata dei locali mediante l'apposizione di sigilli".
    "Con questo provvedimento - spiega Ilaria Abagnale - prosegue il complesso iter per la completa acquisizione del bene a patrimonio comunale, in esecuzione di una sentenza definitiva che prevede la confisca per il reato di lottizzazione abusiva.
    Tutte le operazioni stanno proseguendo, anche sulla base del confronto sempre aperto con la Prefettura di Napoli e con la Procura Generale, costantemente informate degli sviluppi".
    "Nelle prossime settimane - dice ancora la sindaca di Sant'Antonio Abate - il Consiglio Comunale sarà chiamato a pronunciarsi sui primi atti d'indirizzo per il futuro degli immobili e dell'area di circa 44mila metri quadrati che entreranno a far parte delle proprietà del Comune abatese. Un primo passo per dare nuova vita a quell'area - conclude il primo cittadino - seguendo i dettami della sentenza della Corte di Cassazione, che ha indicato come alternative la demolizione o il recupero del compendio immobiliare attraverso una pianificazione".
   

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