A Giovanni Taranto il
premio del Vesuvius Film Festival per la letteratura: i romanzi
della prima trilogia delle indagini del Capitano Mariani,
pubblicati da Avagliano Editore, sono stati giudicati i più
altamente "sceneggiabili" degli ultimi anni nel panorama
nazionale.
Intanto, a "CortoDino" si intrecciano i percorsi dell'autore e
della produzione della fiction "Pompei".
Nel corso della serata conclusiva della quinta edizione della
kermesse organizzata e presieduta da Giovanna D'Amodio,
l'assegnazione del prestigioso riconoscimento al giornalista e
scrittore di Torre Annunziata che per quarant'anni ha scavato
fra i misteri del crimine come "nerista" e poi direttore di
testate giornalistiche e TV.
"Giovanni Taranto - si legge nella motivazione ufficiale - con
le indagini del Capitano Mariani, ha saputo creare il ponte
ideale fra letteratura e fiction. I romanzi della prima
trilogia, assurti a grande successo in Italia, e apprezzati
nelle grandi biblioteche universitarie oltreoceano, sono il
perfetto esempio di come la realtà investigativa e del "crime",
attraverso una scrittura godibile ma profonda, sia pronta a
trasformarsi automaticamente in sceneggiatura. Così la pagina si
proietta verso lo schermo".
Significativa coincidenza, poi, che la consegna del premio sia
avvenuta al teatro Di Costanzo-Mattiello di Pompei, a pochi
passi dalla piazza del Santuario, dover sono ambientate le
vicende clou del più recente dei romanzi di Taranto, "Mala
fede", incentrato su una fitta e intricata trama che vede
intrecciarsi la presenza sul territorio vesuviano di sette
sataniche, camorra, delitti, inspiegabili sparizioni di opere
d'arte sacra, intervento del Vaticano e clamorosi furti di
diamanti. Un giallo in cui - come sempre nelle opere dello
scrittore oplontino - tutto è reale e viene dalla cronaca, a
parte l'evento centrale della trama principale. E, in questo
caso, reali e documentate sono anche la ricostruzione della vera
storia dell'edificazione del Santuario Mariano, e quella del suo
fondatore, Bartolo Longo, oggi Beato avviato alla
santificazione, ma in realtà partito dalla tormentata storia di
spiritista e sacerdote satanista.
Con questo ennesimo premio i gialli ambientati nel Vesuviano dal
giornalista torrese compiono un ennesimo passo verso la
possibile trasformazione in fiction. Un settore, quello del
piccolo e grande schermo, che già aveva visto il Capitano
Mariani e il suo autore al centro della serata precedente.
Venerdì 13 dicembre, infatti, Taranto era stato tra i
protagonisti degli eventi di "CortoDino", il festival dei
"corti" dedicato a Dino De Laurentiis organizzato a Torre
Annunziata, giunto alla sua quattordicesima edizione.
L'intuizione del patron, Filippo Germano, aveva unito nella
medesima serata la presenza dell'autore del Capitano Mariani -
per un seminario su "Capitani e commissari dalla letteratura
allo schermo" - con quella di cast, regista e produzione della
fiction "Pompei", distribuita da Cecchi Gori e in onda su "prime
video". Un incontro molto proficuo che potrebbe presto portare a
prime forme di collaborazione.
"La fiamma spezzata", "Requiem sull'ottava nota" e "Mala fede",
oltre ad essersi aggiudicati il premio del Vesuvius Film
Festival, avevano già conquistato il premio nazionale del giallo
2024 al Festival del Giallo di Napoli, il Premio nazionale
Meridies per la letteratura e il premio Aghinolfi per la
letteratura. Inoltre erano arrivati in Senato come esempio di
genere letterario in grado di affrontare adeguatamente i temi
della legalità e della lotta al crimine, nonché all'istituto
penale minorile di Nisida per un progetto di lettura sul tema
del reclutamento dei minorenni da parte dei clan. Per il loro
valore sociale e letterario, inoltre, sono stati acquisiti nelle
biblioteche universitarie statunitensi di Harvard e Princeton.
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