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Sos genitori bambini trapiantati di cuore al Monaldi

Sos genitori bambini trapiantati di cuore al Monaldi

'Non sono in percorso terapeutico, ambulatorio non adeguato'

NAPOLI, 17 dicembre 2024, 14:54

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Mentre direttori fanno un gran galà in aula magna, i bambini trapiantati di cuore rimangono a spasso nei corridoi del Monaldi". Lo scrivono in una nota al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e Antonio Postiglione, dg Tutela della Salute della Regione, i genitori dei bimbi trapiantati di cuore, ancora minorenni, dell'ospedale Monaldi di Napoli in vista di una cerimonia in programma domani per i 30 anni del centro regionale trapianti. In sostanza, spiegano, i bambini non sarebbero stati ancora inseriti nel percorso previsto. Sono ora 'appoggiati' ad un ambulatorio adulti con un solo medico che avrebbe competenze pediatriche e nessun posto dove ricoverarsi in caso di necessità. Con problemi - dicono - anche ad avere un piano terapeutico.
    "Il miracolo della rinascita a rischio in Campania. Dopo aver chiuso l'unico reparto che aveva svolto con successo gli interventi di trapianto sui bambini, non garantiscono il sereno svolgersi dei controlli nemmeno a quelli già trapiantati che dipenderanno sempre dalla struttura", racconta Pina mamma di un bambino che ha ricevuto il cuoricino quando aveva poco meno di due anni ed aggiunge: "Non si capisce chi farà i trapianti ai bambini in Campania ormai. Chi si prenderà cura di quelli già trapiantati. La direzione della Azienda dei Colli snobba le nostre richiesta" Per questo motivo i pazienti scrivono a De Luca e Postiglione chiedendo "un intervento urgente. I trapiantati di cuore pediatrici in Campania - si sostiene - attualmente non sono nel percorso previsto dalla delibera dell'azienda". Diana, mamma di Ilaria trapiantata durante la pandemia racconta: " Siamo appoggiati ad un ambulatorio in cui non si capisce chi ha competenze pediatriche, non si sa in caso di necessità di ricovero dove sarebbero ricoverati, e chi seguirebbe il loro destino clinico" Il papà della piccola Aurora aggiunge amareggiato: "Non hanno tempo per incontrarci, nemmeno per rispondere ad una email, ma per organizzare gli eventi si. La festa per i 30 anni del CRT, mentre i nostri figli sono stati abbandonati e nessuno interviene è veramente un pugno nello stomaco. Si diranno tra loro quanto sono bravi, quanto sono belle le carte scritte, ma diranno che non sono applicate?"
   

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