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"Il processo dietro le quinte", il primo libro di De Falco

"Il processo dietro le quinte", il primo libro di De Falco

Dopo dedica a Kafka l'analisi: "Meccanismo fragile e arbitrario"

ROMA, 30 dicembre 2024, 17:06

Redazione ANSA

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"Un meccanismo di sconcertante fragilità ed arbitrarietà, quasi totalmente governato dalle procure, ben difficilmente in grado di ricostruire la vicenda storica che lo ha generato". È così che l'avvocato napoletano Gennaro De Falco definisce il processo giudiziario, nel suo libro intitolato, appunto, "Il processo dietro le quinte.
    Viaggio in un grande ammortizzatore sociale fra potere, giustizia e impunità".
    Gli esordi di De Falco nella professione forense risalgono agli anni '80: ha preso parte a procedimenti giudiziari importanti e ha formato decine di giovani avvocati, la maggior parte dei quali sono oggi penalisti di successo.
    Con questo suo libro, edito da "La Bussola", ha voluto analizzare il procedimento giudiziario, in tutte le sue sfaccettature, anche attraverso aneddoti simpatici quanto sintomatici, dopo oltre quarant'anni di avvocatura vissuta quotidianamente nelle aule e dietro le aule di tribunale.
    Per il noto penalista partenopeo, professionista di lungo corso, sul processo "possono influire ed assai spesso influiscono una serie di fattori, alcuni del tutto casuali ed altri di natura emozionale, in ampia parte governabili, ma certamente non affidabili quanto alla correttezza delle decisioni".
    L'opera prima, l'avvocato De Falco, la dedica a Frank Kafka nel centenario della sua morte: "aveva capito tutto del processo, senza aver passato la vita in tribunale", scrive il penalista prima di analizzare, in primis, le dinamiche regolatrici di ciò che è chiamato il potere: "È innegabile infatti - scrive De Falco - che il processo sia lo strumento mediante il quale il potere, utilizzando anche forme e lessico di tipo rituale che lo avvicina il più possibile alla sacralità, tenta di legittimare anche sul piano etico il suo dominio e la sua violenza. In altri termini, secondo la mia opinione questa è la principale - ma non unica - funzione sociale e politica del processo".
   

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