"Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza per valutare la possibilità d'impugnarla.
Per ora esprimiamo insoddisfazione per la decisione presa dai giudici della Corte d'Assise di Salerno".
Lo
ha detto all'ANSA l'avvocato Francesco Saverio D'Ambrosio che,
insieme alla collega Antonietta Cennamo, ha difeso Monica Milite
ed il figlio Massimiliano Palmieri nel processo di primo grado
per l'omicidio del panettiere Ciro Palmieri. La Corte ieri ha
condannato a 18 e 15 anni di reclusione la moglie della vittima
ed il figlio.
Ad ottobre 2023 era già stato condannato a 16 anni l'altro
figlio dei Palmieri, all'epoca dei fatti 15enne. L'omicidio
avvenne nel luglio 2022 nell'abitazione familiare di Giffoni
Valle Piana (Salerno): Palmieri, panettiere salernitano, fu
ucciso con trenta coltellate, il suo cadavere fu fatto a pezzi e
gettato in un dirupo. Poi fu denunciata la sua scomparsa. Il
delitto, come ricostruito anche grazie alle tre telecamere di
video sorveglianza presenti in casa, avvenne al culmine di una
violenta lite, nel corso della quale l'uomo avrebbe prima
lanciato del liquido addosso alla moglie per poi colpire lei ed
il figlio minorenne. Un contesto di violenze e tensione
evidenziato anche dai giudici che hanno riconosciuto la
provocazione, condannando i due imputati a pene inferiori
rispetto a quelle chieste dalla Procura.
La difesa aveva chiesto l'assoluzione perché il fatto non
costituisce reato, chiedendo di riconoscere la legittima difesa
o, in subordine, l'eccesso colposo di legittima difesa.
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