L'allarme per un'estate di siccità
eccezionale torna a farsi sentire, con le ultime rilevazioni di
acqua stoccata nella neve delle Alpi che certificano per il
secondo anno consecutivo un record in negativo. "La situazione è
preoccupante perché del tutto simile allo scorso anno - spiega
Edoardo Cremonese, ricercatore dell'Arpa Valle d'Aosta - che già
si è configurato come molto difficile con i valori minimi degli
ultimi 20 anni. In questo momento in Valle d'Aosta abbiamo
rilevazioni che vanno dai 340 ai 370 milioni di metri cubi di
acqua stoccata nella neve. Un terzo di quello che dovrebbe
essere, un quadro peggiore rispetto alla media nazionale". Tutto
il Nord Italia, "e in particolare il Nord occidentale è in
crisi", aggiunge Cremonese. Fattore che "incide profondamente
sul grande bacino del Po: il 60%-70% delle sue acque deriva
dalla neve, di conseguenza se hai un deficit in tutte le Alpi il
bacino è in crisi", precisa .
Secondo l'esperto "non è sensazionalismo dire che ci sono tutte
le premesse per essere in difficoltà anche la prossima estate,
considerato che si tratta del secondo anno di fila" e i margini
per sperare in un miglioramento sono molto stretti: "Anche se la
siccità si attenuasse la condizione media primaverile non
sarebbe sufficiente, servirebbe una primavera eccezionalmente
fredda e piovosa".
Per il momento "dobbiamo aspettare: il massimo di accumulo di
acqua nella neve si registra in linea generale nella seconda
metà di aprile. È quello il momento per tirare le somme e in cui
hai il quadro preciso dello stock di acqua disponibile per
l'estate".
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