Dopo aver ricordato che oltre 900 milioni di persone, una su dieci sulla Terra, vivono nelle zone costiere basse, Guterres ha evidenziato come le devastazioni create dall'acqua di mare che si infiltra nelle colture sono già visibili da Vanuatu alla Somalia. Ciò, ha avvertito, può rappresentare il rischio di un imminente "esodo delle popolazioni su scala biblica" e di feroci competizioni per l'acqua, che scaturiscono in situazioni di instabilità e conflitto. Il Segretario Generale ha passato in rassegna i paesi più a rischio come Bangladesh, Cina, India e Paesi Bassi sottolineando che l'impatto di questo scenario si potrebbe riverberare anche sulle megalopoli di tutti i continenti, da Lagos, Bangkok, Dhaka, Giacarta a Mumbai, Shanghai e New York.
Sulla base di recenti dati dell'Organizzazione meteorologica mondiale si rileva che il livello medio globale del mare è aumentato più velocemente dal 1900 rispetto a qualsiasi secolo precedente negli ultimi tremila anni. Inoltre, l'oceano si è riscaldato più velocemente nel secolo scorso che in qualsiasi momento negli ultimi undicimila anni e l'Organizzazione avverte che anche un riscaldamento globale miracolosamente limitato a 1,5 gradi Celsius non impedirebbe un aumento significativo del livello del mare. Infatti, gli esperti spiegano che l'aumento della temperatura, anche solo di una frazione di grado, porta a una crescita esponenziale del livello del mare, così come lo scioglimento dei ghiacci, ormai quasi 270 miliardi di tonnellate perse ogni anno in Groenlandia, minaccia anche i bacini fluviali dell'Himalaya, causando le gravi inondazioni del Pakistan e la futura atrofia dei grandi fiumi dell'Asia.
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