Secondo Legambiente "poco o nulla c'entrano l'emergenza energetica e la guerra in Ucraina. Il vero obiettivo era ed è, come ha detto la Meloni ad Algeri, di trasformare l'Italia in un hub energetico e quell'hub avrà uno dei suoi snodi principali a Piombino", "cosa tra l'altro confermata dal ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che prima ha magnificato gli accordi a tutto gas con l'Algeria e l'Egitto e poi ha ribadito 'gli obiettivi dei due rigassificatori di Piombino e Ravenna'".
"Fanno quindi un po' sorridere le dichiarazioni di qualche esponente del centro-destra - prosegue la stessa nota - che plaudono all'accordo algerino e invitano a non perdere l'occasione del Galsi, come se il gas che dovrebbe arrivare con il mega-metanodotto non fosse lo stesso gas che arriverà con le navi Gnl per rifornire il rigassificatore, come se probabilmente non si trattasse dello stesso gas algerino, come se non facesse parte dello stesso accordo stretto da Eni con il regime autoritario di Algeri". "E' anche strano - si conclude - che tutti i timori ambientali per il rigassificatore scompaiano di fronte a un mega-gasdotto che avrà un impatto ambientale, a mare e a terra, nettamente più grande, come se la posidonia che verrà eliminata non avesse la stessa importanza di quella messa a rischio dagli scarichi del rigassificatore e come se gli scavi sotto costa per far approdare il tubone dalla Sardegna al Continente non fossero almeno altrettanto impattanti del rigassificatore".
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