"Il 2023 pone il Paese dinnanzi ad un bivio: da una parte la strada del Green Deal energetico e industriale, dall'altra quella del gas - prosegue Ecco -. Ognuna richiede politiche e investimenti diversi e alternativi. Possiamo scegliere di continuare da soli nella strada del gas, oppure, al pari di Stati Uniti, dei grandi paesi europei e di quelli asiatici, scegliere di investire nelle rinnovabili, nelle batterie e nella filiera della mobilità elettrica, nel riuso e riciclo dei materiali, nelle pompe di calore, nelle reti elettriche, nell'efficienza energetica e nella generazione distribuita dell'idrogeno verde". Secondo Ecco, "la prospettiva di rendere l'Italia un hub dell'energia, puntando sul gas, attraverso nuove infrastrutture e nuova produzione, in Italia e nel Mediterraneo, non tiene conto di molte dinamiche di mercato, della reale fattibilità e convenienza di ulteriori infrastrutture, dell'impatto di un'espansione di fonti fossili e dell'instabilità politica dei paesi del bacino del Mediterraneo".
"Al contrario - conclude Ecco -, trasformare l'Italia in un hub 'verde' puntando su energia rinnovabile, reti elettriche, batterie, efficienza energetica, materiali critici, oltre alla messa in sicurezza dei sistemi idrici e alimentari dei paesi del Mediterraneo e del continente africano, potrebbe definire le basi del cosiddetto Piano Mattei".
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