"Invece - spiega - i maggiori consumi del nostro Paese, quest'anno 69 miliardi di metri cubi, sono al Nord, dove ci sono i due terzi della popolazione e del Pil, le fabbriche, le centrali termoelettriche e anche le temperature più rigide. Non dimentichiamoci che il gas di Mosca arrivava direttamente al Nord dal Friuli. E ancora, ampliare la capacità del gasdotto può permettere di esportare il gas in eccesso nel resto d'Europa. Ma sia chiaro, un hub non è solo un'infrastruttura che fa il servizio di trasporto del gas verso l'Europa. Serve una rete europea. Se facciamo lo snodo europeo, dobbiamo essere anche capaci di attraversare le Alpi e quindi utilizzare le due grandi linee esistenti oltre il confine".
Servono dunque anche interventi europei, spiega Tabarelli.
Quale sarebbe il vantaggio comune di un hub che ha il cuore in Italia, gli viene chiesto: "Serve per creare competizione tra molti operatori con l'obiettivo di far scendere il prezzo.
L'obiettivo dell'Italia, al centro ora dei flussi in arrivo dal Mediterraneo, ma anche dell'Europa dovrebbe essere quello di avere prezzi allineati ai costi. Nonostante il crollo dei prezzi, siamo ancora su livelli pari a oltre il doppio di quelli pre-guerra".
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