I vantaggi dell'utilizzo del vetro
leggero in cantina, specie a livello di sostenibilità ambientale
in termini di minore CO2 prodotta, ma anche la necessità di una
maggiore cultura e consapevolezza tra i consumatori per sfatare
alcuni falsi miti affinché l'impiego di tale materiale non si
traduca in uno svantaggio competitivo per le aziende
vitivinicole, tanto da costringerle a non comunicare alcune
delle proprie scelte 'green'. Di questi temi si è parlato nel
convegno organizzato dalle Donne del vino alla Vetreria Etrusca
di Montelupo Fiorentino (Firenze) dal titolo "Vetro leggero
sfide e nuovi trend". Nel corso del convegno, spiega una
nota, è stato presentato lo studio realizzato dalla direttrice
operativa dell'Osservatorio sulla sostenibilità nei settori del
vino e turismo del vino dell'Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano Marta Galli. La ricerca, che ha riguardato 22
interviste a Donne del vino produttrici di Veneto e Toscana,
evidenzia la diffusa volontà delle donne di contribuire alla
riduzione dell'impronta carbonica del vino. La capacità di
comunicare le proprie scelte ambientali da parte delle cantine è
però meno generalizzata ed è migliore nelle aziende grandi
(sopra 50 milioni di fatturato). Purtroppo in Italia, si
sottolinea, l'utilizzo di vetro leggero si scontra con alcuni
'falsi miti' da parte dei consumatori e molte cantine si sentono
un po' sole di fronte alle scelte ambientaliste e chiedono una
"consumer education" al fine di veder premiati i propri sforzi
nella sostenibilità. La ricerca mostra come per le cantine
l'impegno sull'ambiente è visto soprattutto come un dovere etico
e non tanto come un'opportunità perché ha un costo economico.
"Questa iniziativa delle Donne del vino si pone in linea con la
sensibilità che le donne dimostrano non solo al prodotto ma a
tutto un mondo che gira intorno alla qualità e al valore del
prodotto stesso", ha sottolineato Saccardi. Per Donatella
Cinelli Colombini, delegata delle Donne del vino toscane, "l'uso
del vetro leggero è fondamentale per la sostenibilità del
comparto enologico perché la produzione di ogni chilogrammo di
vetro equivale all'emissione di 2,7 chilogrammi di CO2".
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