SYDNEY - Tracce di microplastica e di sostanze chimiche nocive (fra i quali i Pfas) sono state individuate in Antartide, una delle ultime grandi aree naturali rimaste al mondo. Ricercatori di Greenpeace hanno trascorso tre mesi in una spedizione da gennaio a marzo di quest'anno, prelevando campioni di acqua e di neve da aree remote del sesto continente. E le analisi hanno indicato che la maggior parte conteneva "sostanze chimiche nocive e persistenti" e microplastica.
Sette degli otto campioni analizzati di acqua della superficie marina contenevano microplastica come microfibre.
Sette dei nove campioni di neve analizzati contenevano concentrazioni rilevabili di sostanze chimiche nocive persistenti come polifluorurati alchilati o Pfas, che sono legati a problemi riproduttivi e di sviluppo della fauna. I campioni di neve raccolti includevano neve caduta da poco, il che suggerisce che le sostanze chimiche nocive provenivano da pioggia o da neve contaminate.
Il rapporto è parte della campagna globale di Greenpeace 'Protect the Antarctic' per creare il più grande santuario oceanico al mondo nei mari attorno all'Antartide, per proteggere il fragile ecosistema dalla pesca industriale e dal cambiamento climatico. Una decisione sulla proposta, presentata dall'Unione Europea e sostenuta da gruppi ambientalisti attorno al mondo, sarà discussa alla prossima riunione dell'Antarctic Ocean Commission in Tasmania il prossimo ottobre.
"I risultati del nostro studio dimostrano che neanche le aree più remote del pianeta sono immuni dall'inquinamento prodotto dall'uomo -, ha detto Frida Bengtsson, della campagna Protect the Antarctic -. Sono necessarie azioni alle fonti, per impedire a queste sostanze inquinanti di finire in Antartide, e abbiamo bisogno di un santuario nell'oceano antartico per dare spazio ai pinguini, alle balene e all'intero ecosistema, perché si possano riprendere dalle pressioni cui sono esposti".