Sul clima "collettivamente abbiamo fatto dei progressi, ma non sono niente in confronto a quello che è necessario fare. A Copenaghen (sede della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici del 2009) siamo stati in grado di stabilire il principio fondamentale per cui, per fermare il cambio climatico, non è sufficiente che agiscano solo i Paesi più sviluppati. La Cina e l'India per esempio" "devono impegnarsi a investire risorse in questo senso". Così il presidente Usa Barack Obama in un'intervista alla rivista Rolling Stone in edicola domani e anticipata oggi dal Corriere della Sera. "Credo che a Parigi per la prima volta saremo tutti uniti nel riconoscere le rispettive responsabilità, nell'affrontare il problema ponendo obiettivi importanti e nell'aiutare finanziariamente i Paesi più poveri a stare al passo con questo programma. Se riusciremo a farlo entro la fine dell'anno, e io sono abbastanza ottimista a riguardo, avremo almeno posto le basi e creato una struttura con cui si potrà agire in modo unitario nei prossimi decenni". "Ogni anno - dice ancora il presidente Usa - torno alle Hawaii, e spero di poterci passare molto tempo quando il mio mandato sarà finito. Voglio che quando le mie figlie andranno a fare snorkeling possano vedere quello che vedevo io quando avevo 5 o 8 anni". Obama riflette poi sull'impatto del libero mercato sul pianeta; l'enciclica di papa Francesco secondo cui avidità e materialismo stanno distruggendo la Terra? "Non si può negare che il sistema economico basato sul libero mercato abbia creato più ricchezza di ogni altro nella storia dell'umanità". "D'altro canto è vero che le ideologie liberiste che ignorano le conseguenze verso il mondo esterno prodotte dai sistemi capitalisti possono creare enormi problemi. L'inquinamento è un classico esempio di fallimento del libero mercato, una di quelle conseguenze che vengono ignorate". "Il nostro obiettivo è dire che il cambiamento climatico rappresenta un altro di questi fallimenti". "Il modo di affrontare questi fallimenti - dice Obama - è coinvolgere tutti nella discussione e giungere a una soluzione condivisa".