"Il 29 luglio del 1983 un infame
attentato mafioso uccideva il magistrato Rocco Chinnici.
Nell'anniversario della sua morte voglio ricordare che Chinnici
era con Falcone e Borsellino e fu lui a costruire l'idea del
pool antimafia: affidare cioè le indagini non più al singolo
magistrato che si ritrovava poi solo contro tutti ma piuttosto a
una squadra dove più giudici avrebbero condiviso sia i rischi
che il lavoro". Lo ricorda in una nota il sottosegretario alla
Giustizia Cosimo Maria Ferri.
"Il lavoro del pool antimafia - prosegue l'esponente di Via
Arenula - fu fondamentale per infliggere alla criminalità
mafiosa il colpo fatale del maxi-processo dove per la prima
volta Cosa Nostra venne portata colpita, fermata, giudicata e
condannata. Ma Chinnici non era solamente questo: comprese da
subito che la mafia non poteva essere sconfitta solo con la
polizia e la repressione e s'impegnò personalmente per educare
le giovani generazioni alla legalità: andava nelle scuole,
incontrava gli studenti, partecipava instancabilmente a convegni
e manifestazioni in tutta la Sicilia. Cosa Nostra - ricorda
ancora Ferri - fermò la sua vita con un attentato terribile,
un'auto imbottita di tritolo che danneggiò anche le palazzine
circostanti ma non riuscì a fermare le sue idee che trovano
proprio nei suoi amici e colleghi più giovani Falcone e
Borsellino due eccellenti prosecutori".
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