I suoi vecchi giocattoli messi da parte ed esposti su un telo a terra, sul marciapiede. E per attirare il via vai di gente con le mascherine davanti al supermercato c'è il cartello con la scritta: "Vorrei comprarmi un computer, mi aiutate?". A Milano, nel quartiere di Porta Romana, un tredicenne ha cominciato la sua raccolta per comprare un computer e riuscire a giocare e fare i compiti online in questo insolito fine anno scolastico. La sua iniziativa può diventare il simbolo di un'azione di solidarietà per tutti i suoi coetanei che rivendicano il diritto all'istruzione nell' emergenza Covid.
Alle prese con la tesina di terza media, Simone dice a chi gli chiede spiegazioni che il cellulare non basta per fare le lezioni. "A casa il computer già c'è, ma siamo in cinque e le esigenze sono tante - spiega la mamma -. Per questo abbiamo spinto Simone a fargli capire il senso del sacrificio e che se ne vuole uno tutto suo bisogna darsi da fare per comprarlo".
Così il tredicenne sotto casa ha messo in vendita i vecchi divertimenti di una volta, i pupazzetti, le gomme, le penne e le sue amate carte da gioco di ruolo, quelle che per lui hanno più valore. Tutto al prezzo simbolico di venti centesimi. Forse riuscirà a raggiungere poco più di dieci euro, strappando un sorriso alla gente del quartiere. Ma il risultato potrebbe essere molto più grande di quanto lui possa immaginare.
Mio giovane vicino di casa (13 anni) vende sul marciapiede alcuni suoi piccoli giochi. Per comprarsi un computer nuovo per seguire le lezioni on line.
— elena granata (@GranataElena) May 21, 2020
Ne hanno uno solo in casa e non basta più.... qui bisogna mobilitare tutto il condominio. Da Milano è tutto!#librocuore
"Dal suo esempio potrebbe nascere una raccolta fondi per i ragazzini che non hanno strumenti per fare lezione", spiega Elena Granata, docente di scienze sociali del Politecnico di Milano, che vive nello stesso quartiere ed è rimasta colpita dalla vicenda di Simone. "Nella maggior parte delle famiglie non attrezzate le lezioni si seguono dai cellulari - aggiunge -. Io stessa ho fatto un piccolo test con i miei 50 studenti per capire chi di loro aveva il computer e un buon 20% anche tra i miei studenti accede dal telefonino. Di certo l'apprendimento ha bisogno di strumenti più efficaci di un cellulare".
Ieri i libri, oggi i pc: l'era Covid insegna ora che non basta più solo un libro e un quaderno per poter studiare, ma resta immutata l'ingenua volontà di chiedere. Apparentemente solo un computer, che ora rappresenta anche un diritto.
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