"Il ritorno in classe dal 7 gennaio
sta diventando un tema dalle risposte istituzionali più
disparate. Oggi le Regioni, riunite per realizzare una proposta
condivisa da presentare al Governo per il rientro in classe,
hanno detto che il Cts deve prendersi le sue responsabilità:
"devono dirci loro se con questi numeri dentro le aule gli
studenti sono al sicuro". Inoltre, la proposta che si sta
delineando è quella di non fare tamponi al primo giorno, nessuna
distinzione tra vaccinati e no, di procedere con la Dad con un
contagio nella scuola dell'infanzia, due fino a 11 anni e tre
dai 12 anni in poi". A dirlo è Pacifico, leader del sindacato
Anief, secondo il quale "si sta davvero esagerando: l'anno
scorso con una curva di contagi dieci volte inferiore si
ritornava al 50 per cento a fare la didattica a distanza.
Quest'anno con i casi in crescita esponenziale, anche
all'estero, considerando che nella vicina Francia abbiamo avuto
300mila nuovi positivi in sole ventiquattr'ore, decidiamo che i
contatti stretti non contano più nulla. Senza contare che
l'obbligo del Green pass per il personale si è rivelato inutile,
così come oggi quello sulla vaccinazione dei lavoratori per la
sicurezza. E adesso si vogliono imporre protocolli ingestibili",
conclude il sindacalista autonomo.
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