Un cittadino nigeriano di 34 anni
sospettato di appartenere alla mafia nigeriana è stato arrestato
dalla polizia di frontiera di Ventimiglia, all'ex valico di
Ponte San Luigi. Dopo un fallito tentativo di entrare in
Francia, agli agenti italiani ha mostrato alcuni documenti ma
una volta sottoposto a rilievi fotodattiloscopici, con
l'inserimento delle impronte nel sistema Afis e al termine di
accertamenti nelle varie banche dati, è emerso un provvedimento
dal quale l'uomo è risultato ricercato dopo un'indagine svolta
dalla squadra mobile de L'Aquila in collaborazione con quella di
Modena. L'indagine è iniziata nel 2018, per concludersi oltre un
anno dopo, e che ha visto coinvolti 55 nigeriani tutti uniti tra
loro attraverso riti di affiliazione e iniziazione, con distinti
e specifici ruoli. Un sodalizio organizzato e caratterizzato da
rigide regole di osservanza, da un capillare controllo del
territorio e da una segretezza ottenuta con precisi codici di
comunicazione, per commettere truffe informatiche,
contraffazione di documenti, sfruttamento della prostituzione,
traffico di sostanze stupefacenti e favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina.
Gli indagati aderivano a vario titolo all'organizzazione
avvalendosi di una particolare forza di intimidazione "cultista"
e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne
derivava, sia all'interno che all'esterno della comunità
nigeriana in Italia, esercitando anche particolare violenza
soprattutto contro le famiglie di origine in Nigeria.
L'organizzazione criminale di stampo mafioso in Italia è
chiamata Black Axe, ed è costola di un'organizzazione criminale
più ampia in Nigeria.
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