La notte del 15 aprile 2017 nella
nota discoteca 'Pineta' di Milano Marittima, nel Ravennate, una
ragazza all'epoca 22enne si tranciò il mignolo della mano
destra, rimasto impigliato in una griglia d'acciaio, mentre
scendeva dal cubo per ballare. Per l'episodio è finito a
processo per lesioni colpose il legale rappresentante della
società che gestiva la discoteca, un 41enne, difeso
dall'avvocato Massimo Martini, che oggi è stato condannato a tre
mesi di reclusione, pena sospesa, dal giudice del tribunale di
Ravenna, Tommaso Paone.
L'imputato è stato anche condannato, in solido con la società
che gestiva il 'Pineta', in qualità di responsabile civile, a
pagare una provvisionale di 40mila euro, oltre alle spese
legali. La Procura aveva chiesto cinque mesi contestando al
legale rappresentante di non aver dotato la griglia di
protezioni. La giovane forlivese, che subì l'amputazione del
dito, ebbe una prognosi di oltre due mesi. Il processo è stato
ripetuto, a causa di un errore procedurale.
"È una sentenza che arriva, purtroppo per la ragazza
coinvolta, a quasi sei anni dai fatti, ma che esprime un giusto
ed apprezzabile equilibrio in fatto di sicurezza dei locali
destinati ai giovani", commentano gli avvocati Stefania Martelli
e Federico Fischer, costituiti parte civile in rappresentanza
della vittima.
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