La Maturità 2023 si avvia verso la
sua conclusione. Entro pochi giorni gli orali saranno conclusi.
Ma per gli studenti che ancora devono sostenerli, è vietato
rilassarsi: dopo una settimana di colloqui, solo 1 maturando su
3 ha valutato la prova più semplice del previsto. A raccogliere
le loro impressioni il portale Skuola.net, che ha interpellato
500 di loro al termine del proprio orale.
Due, su tutti, gli elementi che sembrano aver reso i colloqui di
quest'anno particolarmente impegnativi: la durata del
"confronto" con le commissioni e l'approccio degli stessi
docenti - compresi quelli "interni" - alla prova. Per parecchi
candidati, infatti, l'orale si è rivelato qualcosa di poco
distante dal formato "maxi" adottato durante la pandemia: per il
43% è durato un'ora - il massimo consigliato - o anche qualcosa
in più; a cui si affianca un 41% il cui colloquio si è attestato
tra i 45 e i 60 minuti. Solo il 16% ha vissuto un orale pro
forma, della durata indicativa di mezz'ora.
Perché, in molti casi, più che di un discorso
multidisciplinare gestito soprattutto dallo studente - come
vorrebbe lo spirito dell'ultima riforma sugli esami - il
colloquio si è trasformato in un vero e proprio fuoco di domande
extra sul programma dell'ultimo anno. Solo il 7% dei maturandi,
infatti, ha potuto concludere in autonomia la prima parte
dell'orale con una trattazione multidisciplinare basata sullo
spunto fornito dalla commissione. Tutti gli altri hanno ricevuto
domande supplementari: il 31% poche (fino a 3 quesiti), il 39%
abbastanza (da 3 a 6), il 23% tante (più di 6).
Questo spiega anche la lunghezza dei colloqui e, come detto, una
percezione dell'atteggiamento dei commissari non proprio
esaltante. Solamente il 37% li ha trovati "accoglienti". Tutti
gli altri, invece, si sono trovati in difficoltà a causa di
atteggiamenti e domande spiazzanti, con il 39% che mette tra gli
"imputati" anche i propri docenti, commissari interni.
Il cuore dell'orale, però, è stato senza dubbio quello
iniziale, con protagonisti i materiali scelti dalle commissioni
all'insaputa degli studenti, da usare come spunto per sfoggiare
le proprie capacità di collegamento tra le varie discipline. La
tipologia più gettonata - capitata in sorte a quasi la metà dei
maturandi (43%) - è stata quella delle immagini e delle opere
d'arte. A seguire, i testi scritti come estratti di opere
letterarie o citazioni (18%), formule e teoremi (11%), foto di
personaggi famosi (10%).
E, almeno su questo passaggio, i ragazzi sembrano essersi
giocati le proprie carte piuttosto bene: il 64% si è detto del
tutto preparato ad affrontare l'argomento di partenza, un altro
26% almeno in parte. Dopodiché, la metà (49%) non ha avuto
difficoltà nel collegare tutte le materie, mentre il 25% ha
tentennato su alcuni snodi ma ha portato la missione a termine
con onore. Solo una minoranza (26%) ha avuto dei passaggi a
vuoto.
Ecco perché, nonostante tutto, alla fine le sensazioni su
quale potrebbe essere l'esito del proprio orale per la maggior
parte dei maturandi sono comunque buone: oltre un terzo (36%)
pensa di essere andato molto bene e prevede di prendere tra i 18
e i 20 (il massimo ottenibile, o quasi), il 31% immagina di
piazzarsi nella fascia di voto immediatamente inferiore (15-17
punti), un quarto degli studenti (25%) ipotizza una sufficienza
piena (12-14 punti), solo l'8% teme di non arrivare alla
sufficienza (meno di 12 punti).
Infine una nota di colore: se nel periodo pandemico era
consentito portare un solo accompagnatore all'esame orale,
quest'anno è tornata la possibilità di contornarsi di un
pubblico più ampio. Ad avvalersi di questa opportunità è stato
il 46% dei maturandi, mentre il 28% si è accontentato di un solo
accompagnatore e il 26% ha preferito restare da solo. Le figure
più presenti sono compagni di classe, migliori amici e mamme.
Fidanzati, papà e nonni devono accontentarsi delle posizioni di
rincalzo.
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