Sarour è un ragazzino egiziano
arrivato da solo in Italia, tra poco compirà 14 anni, è inserito
nel progetto di accoglienza Sai Gea gestito dall' Arci a Roma e
rivolto a richiedenti asilo e titolari di protezione
internazionale, dall'inizio dell'anno si cerca di inserirlo a
scuola, ma senza successo. Per lui non si trova posto. "Il
ragazzo ha perso due mesi di lezioni, vale a dire di
apprendimento della lingua italiana, di socializzazione con
altri ragazzi, di integrazione nella realtà del nostro Paese. Da
due mesi un diritto, oltreché un dovere, sancito per tutti i
ragazzi dai 6 ai 16 anni viene disatteso", spiega all'ANSA Paola
Piva, coordinatrice di Scuolemigranti, rete che aggrega 90
associazioni impegnate nell'insegnamento dell'italiano come
lingua seconda. Per lui, all'inizio di settembre, l'associazione
ha richiesto l'iscrizione alla Scuola secondaria di primo grado
agli IC Regina Elena, Settembrini, Montessori-M.C. Pini,
Winkelmann, Sinopoli-Ferrini, Manin. Nessuno di questi istituti
ha accolto la richiesta. Il 29 settembre - racconta Piva - é
stata inviata una e-mail all'Ufficio Scolastico Regionale che si
é attivato e ha fatto richiesta di inserimento all'Istituto
comprensivo Regina Elena. La scuola, dopo un intenso scambio di
telefonate ed e-mail, ha risposto di non avere posto.
Successivamente é stata reiterata per e-mail e pec la richiesta
di aiuto, fino ad ora senza risultato. In tre anni
Scuolemigranti ha seguito ed è riuscita a far inserire a scuola
530 ragazzi stranieri, ragazzine e ragazzini che probabilmente,
senza il sostegno del volontariato, sarebbero restati a casa,
rinunciando allo studio. "Non è possibile che questo tema sia
sulle spalle del volontariato - denuncia Paola Piva - è un
fenomeno che a Roma sta diventando ingestibile, soprattutto per
l'arrivo di adolescenti che vanno inscritti nelle scuole di
istruzione superiore". Dal primo settembre sono stati 73 casi di
neo alunni a cui l' iscrizione era stata preclusa e hanno avuto
bisogno del volontariato per trovare posto, in alcuni casi c'è
stato il sostegno dell'Ufficio scolastico regionale. All'inizio
dell'anno scolastico il direttore generale dell'ufficio
scolastico del Lazio, Anna Paola Sabatini, ha sollecitato le
scuole a favorire "l'accoglimento di nuove iscrizioni, anche in
corso d'anno" per garantire così, in particolare verso i minori
stranieri, il "diritto/dovere all'istruzione". Ma il problema
evidentemente è ancora in parte non risolto
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