Dopo la laurea in medicina nel 1975, si specializza in chirurgia generale e medicina legale affermandosi come medico a Reggio Calabria. Muove i primi passi in politica nella Democrazia Cristiana, con cui sarà eletto consigliere comunale del suo paese nel 1986. Nel 1992 diventa vicesegretario comunale della DC, e successivamente aderisce alla corrente di Mino Martinazzoli che lo induce a schierarsi con il Partito Popolare Italiano di Gerardo Bianco e di aderire al centrosinistra. Divenuto primario ospedaliero, e’ inoltre professore a contratto presso la facoltà di Medicina dell'Università di Catanzaro. Sul piano dell'attività amministrativa matura esperienze di consigliere comunale e di vice presidente dell'assemblea dell'USL di Melito di Porto Salvo. Dopo essere stato segretario regionale aggiunto nella CISL medici di Reggio Calabria, entra nell'esecutivo nazionale della stessa confederazione sindacale e della Commissione per la contrattazione degli accordi nazionali di lavoro e della legge di riforma sanitaria. Dal 1996 al 1999 assessore a Reggio Calabria, mentre dal 1999 al 2001 e’ vicesindaco di Locri. Nello stesso anno subentra come consigliere regionale a Luigi Meduri, eletto al Parlamento; nel 2005, entra a far parte subito del Consiglio Regionale, con la vittoria di Agazio Loiero, eletto con la Margherita, e viene scelto come vicepresidente del consiglio regionale. Il 16 ottobre 2005 a Locri, nel giorno delle primarie dell'Unione, all'interno del seggio, è ucciso da un killer a volto coperto, legato alla ‘Ndrangheta, con 5 colpi di pistola. Ai funerali ha partecipato anche Carlo Azeglio Ciampi, allora presidente della Repubblica. Negli stessi giorni migliaia di studenti scendono in piazza a manifestare contro l'uccisione del politico e contro la 'ndrangheta. Nasce "Ammazzateci tutti". Il 21 marzo 2006, dopo 5 mesi di indagini, sono stati arrestati i nove presunti colpevoli dell'omicidio. Si tratta di Vincenzo Cordì, 49 anni, Domenico Novella, 30, Antonio Dessì, 24 anni, Gaetano Mazzara, 42 anni, Salvatore Ritorto, 27 anni, Domenico Audino, 27 anni,Carmelo Crisalli, 26 anni, e Nicola Pitari, 27 anni, tutti di Locri. Ai primi quattro il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere. Per loro le accuse variano dall'associazione di tipo mafioso all'omicidio e alla rapina a mano armata. In particolare, Salvatore Ritorto è accusato di essere l'autore materiale dell'omicidio. Il 21 giugno 2006 sono stati arrestati Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, rispettivamente caposala ed infermiere in un ospedale di Locri. Sono accusati di essere i mandanti dell'assassinio di Francesco Fortugno
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