Nella Giornata della memoria e
dell'impegno per le vittime di mafia, l'associazione Vittime del
dovere torna a lanciare l'allarme sul rischio che venga
smantellato l'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, il
cosiddetto ergastolo ostativo, "strumento fondamentale di
contrasto alle mafie che ha incentivato mafiosi, condannati
all'ergastolo, alla collaborazione con lo Stato permettendo di
indebolire le organizzazioni criminali".
Sul tema dei permessi premio "sarebbe auspicabile un vaglio
collegiale, così favorendo uno spostamento della competenza dal
magistrato al tribunale di sorveglianza", afferma
l'associazione, che suggerisce anche una distinzione "tra i
reati associativi e i reati individuali, che nulla hanno a che
fare con il concetto stesso di collaborazione". Un'altra
distinzione da inserire nel testo, prosegue, è tra chi non
collabora per una sua scelta e chi invece non lo fa "suo
malgrado, volendo soggettivamente collaborare ma non potendo
oggettivamente".
"Eliminare l'ancoraggio alla collaborazione, come postulato
dal progetto di riforma, richiederà indagini nuove e complesse,
affidate ai tribunali di sorveglianza, sui quali andrà a gravare
il compito di dimostrare la cessazione dei rapporti dei detenuti
con le strutture e gli ambienti mafiosi di riferimento; fatto
che richiederà risorse e mezzi notoriamente non disponibili",
evidenzia ancora Vittime del dovere, secondo cui occorrerebbe
prevedere la competenza in materia a un solo tribunale sul
territorio nazionale, come già accade per le decisioni sui 41
bis: "tale scelta assicurerebbe un'uniformità delle pronunce ed
eviterebbe la sclerosi preventivabile del sistema".
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