"Qui è come la libertà, non è come
essere in cella". Così un detenuto albanese del carcere della
Dozza a Bologna descrive l'esperienza lavorativa a Fare Impresa
in Dozza srl, impresa sociale specializzata in metalmeccanica
che sorge proprio all'interno della Casa circondariale di via
del Gomito, dove un tempo c'era una palestra. Passato l'ex
caseificio, si entra in una "realtà nella realtà", in tutto e
per tutto simile - e di fatto lo è - a un'officina, con i
muletti, gli attrezzi, gli utensili da lavoro.
Qui lavorano dal lunedì al venerdì 13 detenuti affiancati da
cinque tutor (operai in pensione) a cui ha fatto visita una
delegazione di politici e imprenditori tra cui il ministro del
Lavoro Andrea Orlando, il commissario europeo Nicolas Schmit e
il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Marchesini. Che
spiega: "La scommessa è dare ai detenuti un futuro, oltre che un
presente". Un futuro anche per Moses, 31enne nigeriano in
carcere dal 2012 per tentato omicidio. Mentre mostra la
cellofanatrice che ha appena finito di realizzare racconta: "Il
carcere è un'esperienza unica. Mi ha insegnato che tutto dipende
dalle scelte che fai nella vita. Puoi continuare a essere un
delinquente, oppure imparare qualcosa".
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