Entra nel vivo il dimensionamento
scolastico, che entrerà in vigore a partire dal prossimo anno
scolastico 2024/2025, al centro da molti mesi di un duro
dibattito che a visto l'opposizione di diverse Regioni italiane,
principalmente quelle guidate dal centrosinistra e alcune del
centrodestra.
Dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha
respinto i ricorsi di Toscana, Emilia Romagna e Puglia e la
sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato il
dimensionamento in Campania, il ministero dell'Istruzione
procede con l'attuazione della misura.
"Ci è richiesta dall'Europa - ha ripetuto in più occasioni
il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara - non prevede la
chiusura di plessi ma solo l'ammodernamento del nostro assetto
organizzativo, attraverso l'eliminazione progressiva delle
reggenze. Grazie a questa riorganizzazione avremo scuole più
efficienti e risparmi per 88 milioni di euro; risorse che
potranno essere reinvestite per il personale scolastico e non
solo. Parlare di un dimensionamento che farà sparire sedi,
attraverso smembramenti e accorpamenti di plessi, con la
sparizione di scuole nelle aree più interne del Paese e creando
classi più affollate, è semplicemente falso". Le proteste però
continuano in tutte le Regioni. E' di ieri una lettera di tutti
i sindacati regionali della scuola Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda
e Anief alla Regione Lazio che ha emanato la proposta di
modifica di Deliberazione sulle "Linee guida della Regione sulla
programmazione della rete scolastica anno scolastico 2024/25".
"E' un colpo di mano, con il taglio di 37 autonomie", accusano i
sindacati.
A Potenza solo due giorni fa Cgil e Uil sono scesi in piazza
anche contro il dimensionamento scolastico. La Giunta regionale
veneta ha previsto per il prossimo anno il taglio di 32
autonomie scolastiche. In Liguria il taglio prevede 16 autonomie
scolastiche in meno.
"Alla luce della sentenza della Corte Costituzionale
convocheremo subito una riunione con le Province e gli Enti
locali. E inviteremo anche il ministro dell'Istruzione
Valditara, perché spieghi in prima persona agli amministratori
locali le ragioni di questi tagli e i criteri indicati dal
Governo; tagli che noi riteniamo profondamente sbagliati e
criteri che restano discriminatori", ha detto nei giorni scorsi
il governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che dovrà
attuare 20 tagli. In Molise la normativa porterà in tre anni al
taglio di otto istituzioni scolastiche sulle 52 attuali.
Ha raccolto quasi 3mila firme la petizione lanciata su
Change.org da Usb scuola contro la scomparsa di 17 scuole a
Palermo e provincia.
"Le conseguenze del dimensionamento scolastico, che a Palermo
coinvolgerà 17 scuole, saranno pesanti. Oltre alla soppressione
delle autonomie delle scuole, la riorganizzazione avrà effetti
immediati non solo per dirigenti scolastici e direttori dei
servizi generali e amministrativi ma anche- calcola la Flc Cgil
Palermo -colpirà gli assistenti amministrativi e i collaboratori
scolastici, che in alcuni casi dovranno cambiare sede di
lavoro". Per la Toscana ha parlato l'assessore all'Istruzione
Alessandra Nardini. "Ci eravamo rivolti alla Corte
Costituzionale sollevando il tema della competenza, la Consulta
ha ritenuto di fare una scelta diversa da quella da noi
auspicata, ne prendiamo atto e agiremo necessariamente di
conseguenza. Questo non cambia però, neanche di un millimetro,
la nostra posizione: non condividiamo la scelta politica fatta a
livello nazionale, non condividiamo che sulla scuola pubblica si
tagli". Dello stesso tenore le dichiarazioni dell'assessore
all'Istruzione della Campania, Lucia Fortini. "Sono amareggiata,
il Mmnistero ha vinto e dunque si potranno tagliare scuole in
Campania, contratti di dirigenti scolastici, di docente e
personale Ata. Credo che ogni volta che si taglia anche un solo
euro per l'istruzione, sia una sconfitta per la nostra
comunita'".
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