Il timore di tornare a scuola a
settembre con oltre 200 mila prof precari, valzer di cattedre,
assenza di docenti fino a dicembre, classi con 29/30 alunni, con
tutte le limitazioni e le difficoltà che impone il Covid, è
forte. Ripropone uno scenario che si ripete da troppo tempo e
che si è visto anche nei primi mesi di quest'anno scolastico.
Anche perchè circa 25 mila professori quest'anno andranno in
pensione e solo per il sostegno i docenti precari sono 40 mila.
Al tempo stesso i primi risultati del concorso straordinario per
32 mila posti da poco concluso, mostrerebbero che tanti non
hanno superato le prove. In questi giorni, inoltre, si stanno
definendo gli organici delle classi per il prossimo anno e il
malumore dei dirigenti scolastici è forte. "Vengono costituite
prime classi, di tutti gli ordini, con alunni disabili,
superiori a 20 alunni in diversi casi con 29-30 allievi e in
molti casi le aule sono piccole: sono situazioni incoerenti
rispetto allo stato di emergenza sanitaria che stiamo vivendo e
tutto lascia immaginare che il prossimo ano scolastico", lamenta
Mario Rusconi che guida i presidi di Roma e Lazio. Il tema del
reclutamento nella scuola è certamente uno di banchi di prova
più complicato per il Governo. Anche perchè il nodo è
squisitamente politico: nella maggioranza le posizioni sono
diametralmente opposte: da una parte ci sono i Cinque stelle che
vogliono che le assunzioni di docenti avvengano tramite
concorso, dall'altra c'è la Lega che spinge per privilegiare
titoli e anzianità. "Dobbiamo fare partire il prima possibile, e
sto lavorando per questo, il concorso ordinario già bandito:
450.000 persone si sono già iscritte e aspettano. Hanno diritto
di avere la loro occasione e la scuola ha bisogno di loro. La
scuola ha bisogno dei migliori", scandisce la sottosegretaria
pantastellata all'Istruzione Barbara Floridia. "Non ha senso
parlare di una procedura concorsuale per 450.000 persone, perché
è ovvio che non si potrebbe portarla a termine in pochi mesi, in
tempo utile per Settembre come ha chiesto il Presidente Draghi",
afferma sul fronte opposto l'altro sottosegretario
all'Istruzione, Rossano Sasso della Lega. In mezzo stanno i
sindacati della scuola: tutti, con sfumature diverse, ritengono
che se i concorsi debbano essere fatti, i docenti che da tempo
lavorano come precari nelle scuole vadano stabilizzati,
prevedendo una formazione "rafforzata" per chi non fosse già
abilitato/specializzato, con un percorso ben fatto in
collaborazione tra scuola e università, oppure anno di prova per
gli abilitati-specializzati e poi la valutazione finale
conclusiva del percorso. Una sorta di 'doppio canale' dunque,
uno per chi entra nella scuola oggi, l'altro per chi già vi
lavora da precario, riproducendo quel modello che fu introdotto
nel 1989 con un decreto dell'allora ministro Sergio Mattarella,
e che, secondo la segretaria Cisl Maddalena Gissi "non sarebbe
stato da abbandonare, ma piuttosto da gestire in modo puntuale e
regolare". Il ministro Patrizio Bianchi nel corso di un incontro
promosso dal senatore Pd Verducci ha rivolto un vero e proprio
appello al Parlamento. "C'è una sintesi politica da fare: in
questa maggioranza dobbiamo trovare una unità, sia la scuola il
luogo in cui il paese ritrova la sua unità, non possono esserci
le forze che difendono i vecchi e chi difende i giovani. Faccio
appello al Parlamento, a tutte le forze politiche: è il momento
di arrivare a sintesi. Nessuno sta cercando sanatorie ma bisogna
dare la possibilità di accedere all'insegnamento, magari con una
formazione sul campo, non accademica, insieme a chi già fa
questo mestiere. Poi, a regime, ogni anno, si deve fare un
concorso".
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