Le migliori università italiane
continuano ad essere in buona salute ma nonostante la loro
indiscussa eccellenza, faticano a competere in alcuni
indicatori, specialmente quelli che valutano il livello di
internazionalizzazione e per la proporzione tra docenti e
studenti. E' quanto emerge dalla diciottesima edizione del QS
World University Rankings. Il Politecnico di Milano (142) è la
migliore università italiana in questa classifica per il settimo
anno consecutivo, anche se per la prima volta da quanto ha
conquistato questo titolo, perde cinque posizioni. Lo segue Alma
Mater Studiorum - Università di Bologna (166) che scende sei
punti in classifica mentre il risultato per La Sapienza -
Università di Roma (171) rimane invariato rispetto allo scorso
anno. Questa edizione include 41 università italiane, cinque in
più rispetto alla precedente. Tredici università hanno mantenuto
la stessa posizione, tredici sono scese in classifica e dieci
sono salite. L'Università degli Studi di Milano-Bicocca è
l'ateneo italiano che registra la maggior crescita: lo scorso
anno era classificato nella fascia 521-530 mentre ora occupa il
450mo posto. Ottiene inoltre il miglior risultato italiano (95)
nel criterio "Citations per Faculty" che misura l'impatto della
ricerca prodotta. Il secondo miglior risultato in questo
indicatore lo ottiene l'Università degli Studi di Modena e
Reggio Emilia (191). L'Università Vita-Salute San Raffaele si
distingue nel criterio "Faculty Student ratio" che misura la
proporzione tra docenti e studenti, posizionandosi al 36mo posto
al mondo. Le università italiane non sono competitive in questo
indicatore, che le penalizza in questa classifica. Il secondo
miglior risultato in questo aspetto è ottenuto dall'Università
Cattolica del Sacro Cuore (393). L'Università di Bologna e La
Sapienza sono le università italiane più stimate dalla comunità
accademica internazionale, classificandosi rispettivamente al
71mo e al 74mo posto, seguite dal Politecnico di Milano al 101›.
Quest'ultimo ottiene il miglior risultato nazionale (67) nel
criterio "Employer Reputation" che misura l'opinione dei datori
di lavoro su quali università producono i laureati più preparati
per il mondo del lavoro. Segue il Politecnico di Torino, che si
posiziona al 174mo posto e dall'Università di Bologna al 199.
Polimi è anche l'università italiana con la proporzione più alta
di studenti internazionali e si classifica 262ma in questo
indicatore. Ben Sowter, Direttore del Dipartimento di Ricerca di
QS ha commentato: "Le migliori università italiane, nonostante
la loro indiscussa eccellenza, faticano a competere globalmente
in alcuni indicatori, specialmente quelli che valutano il
livello di internazionalizzazione del corpo docente e discente -
misurato con dati precedenti la pandemia - e per la proporzione
tra docenti e studenti. Quest'anno, si aggiunge anche una
performance sottotono nell'indicatore che misura la popolarità
tra la comunità accademica e dei datori di lavoro
internazionali, con alcune positive eccezioni. Alla luce di un
mondo profondamente segnato dall'emergenza sanitaria, il
risultato complessivo dell'Italia in questa classifica, è
soddisfacente". A livello mondiale, il Massachusetts Institute
of Technology (MIT) celebra un decennio ininterrotto senza
precedenti come migliore università del mondo. Le prime cinque
Università subiscono la riconfigurazione più significativa da
mezzo decennio: l'Università di Harvard (5) esce dalle prime tre
- il suo rango più basso di sempre - per essere sostituita
dall'Università di Oxford (2 in aumento dal 5) e l'Università di
Cambridge (3 condiviso con la Stanford University).
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