Il mare e la navigazione a vela come
mezzo educativo e d'integrazione sociale per sette minori che
hanno avuto problemi con la giustizia e sono stati sottoposti
alla cosiddetta "messa alla prova" con la sospensione del
procedimento penale. A questo punta il progetto 'Mare dentro:
laboratori velici e di arte marinaresca', proposto e finanziato
dal Centro Giustizia Minorile per la Puglia e la Basilicata, che
interesserà minori in carico all'Ufficio Servizio Sociale
Minorenni del Ministero della Giustizia (Usmm) di Taranto.
Le uscite in mare con imbarcazione a vela rappresentano solo
una delle attività marinaresche con cui il progetto vuole
raggiungere la crescita e responsabilizzazione dei sette giovani
coinvolti, nonché insegnare loro il rispetto dell'altro e delle
regole.
Il progetto è stato presentato oggi nel corso di una
conferenza stampa alla quale hanno partecipato, tra gli altri,
Patrizia Quatraro, direttore Usmm Taranto; Patrizia Famá,
presidente del Tribunale per i Minorenni di Taranto; Pina
Montanaro, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per
i minorenni di Taranto; e Umberto Di Toppa, presidente
dell'associazione Salpiamo.
"Il mare, come la vita, ha - viene spiegato in una nota - le
sue regole: sperimentare la vita di bordo, gli spazi limitati,
l'essere 'equipaggio' è un modo per mettersi in gioco, scoprire
nuove regole di convivenza ed elaborare prospettive diverse e
creative sul proprio vissuto personale".
L'ente gestore incaricato della conduzione delle attività del
progetto è l'associazione Salpiamo che da anni promuove e
diffonde la cultura del mare e della navigazione a vela come
mezzo educativo, riabilitativo e d'integrazione sociale,
rivolgendosi a minori a rischio, migranti, persone con problemi
psichici, con disabilità o con problemi di tossicodipendenza.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA