La tradizione, la devozione ma anche
l'arte della macchina di Santa Rosa da ieri in mostra a Viterbo,
nella sala Anselmi di Via Saffi. Antiche e ingiallite foto che
ritraggono generazioni di Facchini, parti delle macchine più
significative per i viterbesi, e alcuni dei preziosi "ciuffi"
che, negli anni, hanno protetto le spalle dei facchini durante
il trasporto della macchina di Santa Rosa.
La mostra chiamata, Immagini e Tradizione, è organizzata
dalle associazioni di volontariato interamente composte da ex
facchini, ed è stata inaugurata ieri mattina alle 12.30 dallo
storico ex presidente del sodalizio dei facchini di Santa Rosa:
Roberto Capoccioni e dal presidente della Provincia; Alessandro
Romoli.
Nella sala i visitatori, come già detto potranno ammirare
tantissimi documenti storici che raccontano la storia dei
trasporti in un secolo di vita viterbese.
Tra gli oggetti esposti anche dei veri cimeli, come la testa
originale di un cherubino fatta a mano in cartapesta,
proveniente da quella che è considerata la macchina di Santa
Rosa più amata dai viterbesi: Il Volo D'Angeli, ideato nel 1967
da Giuseppe Zucchi.
Appesi alle pareti, accanto alle foto e ai cimeli, anche i
famosi ciuffi. Si tratta di caratteristici copricapo di cuoio
fatti a mano, che hanno il compito di proteggere il collo dei
facchini mentre portano sulle spalle l'enorme peso che subiscono
durante il trasporto della macchina.
Prima di sollevare la macchina, i facchini sistemano questo
copricapo sulle spalle e lo stringono con i denti per tenerlo
fermo mentre camminano. Da questa usanza, nasce il
caratteristico ordine in dialetto viterbese, impartito dal
capofacchino: "Facchini accapezzate il ciuffo."
La mostra ad ingresso gratuito, sarà visitabile dal 6 al 30
gennaio dal venerdì alla domenica.
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