Gli studenti chiedono maggiore
attenzione alla loro salute psicologica e domani il network
studentesco 'Chiedimi Come Sto' sarà in piazza a Roma davanti al
Ministero della Salute sul Lungotevere alle 15:00 e davanti le
scuole e le università di tutto il Paese. Sono previsti flash
mob e assemblee a Milano, Palermo, Genova, Padova e molte altre
città.
Nel dicembre scorso l'Unione degli Studenti ha svolto
un'inchiesta studentesca, su un campione di 3651 studenti, dalla
quale emerge che la valutazione scolastica è considerata una
delle cause di stress e ansie principali a scuola, 9 studenti su
10 infatti affermano di provare stress e/o ansia prima di
verifiche scritte o orali. Un dato ancor più preoccupante
riguarda gli attacchi di ansia, di panico o vomito prima di
interrogazioni o verifiche scritte: il 63% di studenti afferma
di aver avuto questi effetti almeno una volta durante la propria
carriera scolastica.
Per l'83% degli intervistati, poi, una valutazione, positiva
o negativa che sia, determina l'umore per il resto della
giornata. Otto su dieci dicono di sentirsi giudicati
negativamente dopo aver presi voti bassi; ad uno studente su tre
è accaduto che la valutazione negativa sia stata utilizzata come
strumento punitivo per un comportamento avuto in classe.
Non si può però attribuire colpe solo al sistema di valutazione:
quasi 6 studenti su 10 (57,7%) affermano di provare ansia anche
quando non sottoposti alla valutazione.
Non solo, più di uno studente su due (53,8%) afferma che
oltre agli impegni scolastici non gli è possibile coltivare i
propri interessi.
Dall'inchiesta emerge inoltre una scarsa attenzione
dell'istituzione scolastica alla salute mentale delle
studentesse e degli studenti. Infatti nell'83% dei casi non sono
mai state organizzate attività o momenti di consapevolizzazione
sul tema del benessere psicologico.
Solo un intervistato su tre afferma che i propri docenti si
preoccupano del loro benessere psicologico e che li mettono a
proprio agio. Il supporto ai propri malesseri viene invece
individuato nei propri compagni di classe da sei studenti su
dieci.
Nella stragrande maggioranza dei casi (90%) i ragazzi
affermano che a scuola c'è una psicologa o uno psicologo.
Per quanto riguarda la frequenza in cui è presente la figura
professionale la maggior parte dei rispondenti non sa rispondere
(65,6%), coloro che affermano che il servizio è presente tutti i
giorni sono solo il 3,1%.
Gli studenti criticano l'obbligatorietà di farsi autorizzare dai
genitori per accedere allo sportello psicologico che in molti
casi blocca la volontà di rivolgersi ad un professionista. Solo
il 12,5% dei giovani intervistati si sono rivolti allo sportello
psicologico almeno una volta. "Non solo la pandemia, la scuola
deve ripensarsi - dice Luca Redolfi, coordinatore nazionale
dell'Unione degli Studenti - Il modello scolastico attuale
provoca ansia e stress anche nelle situazioni di normalità. Del
resto già i dati Ocse del 2017 già segnalavano la scuola
italiana tra le più stressanti d'Europa".
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