A pochi giorni dalla nuova scadenza
fissata dall'amministrazione centrale, emerge che in molte
scuole si fatica a reperire le nuove figure del docente tutor e
del docente orientatore. La risposta complessiva, insomma,
sarebbe - dalle prime indiscrezioni - limitata, con i dirigenti
costretti a fare opera di convincimento nei confronti degli
insegnanti perché assumano il nuovo incarico triennale
introdotto con i finanziamenti del Pnrr.
"In effetti in molti istituti si stanno trovando difficoltà
per trovare le figure dei tutor e degli orientatori - dice
all'ANSA Mario Rusconi, presidente dell'Associazione presidi di
Roma - non credo sia una questione di compenso ma piuttosto c'è
una pressione contraria dei sindacati tradizionali. Per noi di
Anp invece si tratta di figure molto utili che prefigurano il
management scolastico, che esiste in tutta Europa e da noi no,
se non a livello 'artigianale'. Con il tutor e l'orientatore
abbiamo una prima forma di management scolastico che dà fastidio
ai sindacati tradizionali anche per la diversificazione
stipendiale che ne consegue".
Per il sindacato Anief non è una sorpresa quello che sta
accadendo: "Avevamo previsto che sarebbe andata a finire così -
dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - , perché
per sostenere gli studenti nella scelta dei percorsi formativi,
con piena coscienza e a evitare che lascino i corsi di studio,
bisognava rivedere il decreto ministeriale 63, integrando
l'iniziativa con specialisti, ma anche integrando gli organici
di docenti e Ata andando a confermare i 40 mila dello scorso
anno. Non può di certo bastare un insegnante per 40-50 studenti
del triennio delle superiori ad evitare che quelli più in
difficoltà possano essere recuperati. Anche i dati provenienti
dalle Università parlano chiaro: gli abbandoni sono in crescita
e il presidente della Crui ci ricorda che troppi giovani
diplomati sbagliano facoltà".
Anche Cristina Costarelli preside del liceo scientifico
romano Newton e presidente di Anp Lazio, afferma di aver trovato
sì i colleghi disposti a ricoprire i due ruoli ma che la
risposta non è stata immediata. "La novità non è stata proposta
in un momento favorevole dell'anno scolastico - ragiona
Costarelli con l'ANSA - ma in un periodo già carico di impegni
istituzionali e scolastici mentre è prevista da subito,
ovviamente, la disponibilità alla formazione. Poi serviva una
azione di accompagnamento ministeriale preventiva. Aggiungo,
inoltre, che c'è ancora una non completa chiarezza delle
attività che dovranno svolgere queste figure: le obiezioni che
ho trovato da parte di alcuni è che non si riesce a quantificare
il tempo che necessiteranno queste attività: seguire dai 30 ai
50 studenti nell'orientamento, nei rapporti con le famiglie e
nel portfolio elettronico è un impegno importante, anche se a
fronte di un compenso significativo. In quasi tutte le scuole,
infine, i docenti disponibili sono sempre gli stessi e questo
finisce per far gravare tanti incarichi su poche persone".
Il termine per comunicare i nominativi dei docenti da
avviare ai percorsi di formazione, precedentemente previsto per
il 2 maggio, è stato spostato al 31 maggio. Il ministero
prevede che partire da settembre saranno operativi circa 40.000
docenti tutor e orientatori, che aiuteranno gli studenti delle
circa 70.000 classi dell'ultimo triennio delle scuole secondarie
di II grado a effettuare scelte consapevoli e costruire un
percorso di studi e di lavoro.
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