In lingua Bambarà, una delle più
diffuse in Africa occidentale, Dambe So significa 'casa della
dignità'. Un nome perfetto per l'ostello sociale che ha aperto
nella Piana di Gioia Tauro e da settembre 2022 arriverà a
ospitare fino a venti braccianti durante il periodo della
raccolta agrumicola. L'iniziativa solidale, voluta dalla
Federazione delle chiese evangeliche (Fcei), da febbraio ospita
già dieci lavoratori, ma entrerà pienamente a regime solo
l'autunno prossimo. "La dignità è il centro della struttura che
Mediterranean hope, programma migranti e rifugiati della Fcei,
ha aperto - spiega Francesco Piobbichi, responsabile di
Mediterranean hope Rosarno - ci poniamo come modello di
sperimentazione per un'alternativa alla logica dei campi di
accoglienza basata sul principio della sostenibilità e
dell'economia circolare".
Non uno spazio gratuito, ma un luogo in cui anche i
lavoratori contribuiranno alle spese con una piccola quota.
"Un'altra parte dei costi - spiega ancora Piobbichi - sarà
sostenuta dalla quota sociale proveniente dalla vendita delle
arance della filiera di Etika, progetto sostenibile dal punto di
vista ambientale oltre che dei diritti dei lavoratori, che
Mediterranean hope insieme a SOS Rosarno sta costruendo in
Italia e in Europa".
Dambe So sarà aperto in modo temporaneo, ma la Federazione si
occuperà anche di quei braccianti che decideranno di risiedere
in modo stabile nella piana, aiutandoli con progetti
personalizzati a trovare case in affitto. Quando l'ostello
sociale rimarrà chiuso per i braccianti, comunque, non resterà
vuoto: "Collaboreremo con le associazioni non profit del
territorio, impegnate tra l'altro anche nella promozione dei
prodotti locali, che potranno usare la struttura per il turismo
solidale".
Nell'immaginare questo progetto, Mediterranean hope si è
ispirato alle prime forme delle società di mutuo soccorso,
basando Dambe So su una dimensione mutualistica, che garantisse
i diritti del lavoratori e le forme basilari di welfare. "In
questi anni abbiamo lavorato per costruire un esempio concreto e
- conclude Piobbichi - per dare alla politica un segnale: è
possibile 'smontare' i ghetti e uscire dalla logica
dell'emergenza. L'ostello è un esempio in questa direzione. La
responsabilità sociale delle imprese permette inoltre una
sostenibilità economica: il progetto non pesa sulla fiscalità
generale dello Stato ma redistribuisce i profitti all'interno
della filiera".
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