La comunità albanese di Bologna
accolta negli anni '90, quando fuggiva dalla dittatura comunista
e dalla guerra nei Balcani, "restituisce alla città una piccola
parte di quello che ha ricevuto", ristrutturando il viale
alberato lungo circa un chilometro che collega la via Emilia a
Villa Pallavicini. Qui, trent'anni fa tanti profughi albanesi
trovarono un rifugio e una speranza. Divenuti imprenditori e
riunitisi in un'associazione hanno inaugurato il nuovo viale,
alla presenza di politici locali e nazionali.
"Oggi abbiamo i capelli bianchi, siamo cresciuti qui, abbiamo
fatto strada in Italia. Restituiamo qualcosa di ciò che abbiamo
ricevuto", ha detto il presidente dell'associazione Korabi
Astrit Poti. Era presente anche il presidente Cei Matteo Zuppi:
"Questo è un momento bellissimo di restituzione e di
accoglienza", ha detto. Non era presente il ministro
dell'Interno, già prefetto di Bologna, Matteo Piantedosi, che ha
voluto lasciare un messaggio: "Quella strada è anche la mia
strada", ha detto, "uno snodo indimenticabile della mia
formazione". Quella, ha concluso, "oggi è anche la strada del
ministro dell'Interno, una traccia, una via da seguire, verso un
modello virtuoso di integrazione e solidarietà sociale".
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