Si riapre il processo ad Alex
Pompa, il ventunenne che il 30 aprile 2020, a Collegno (Torino),
uccise il padre a coltellate nel corso dell'ennesima lite in
famiglia e che fu assolto in primo grado per legittima difesa.
La Corte di Assise di appello, su proposta della pubblica
accusa, ha deciso di ascoltare la madre e il fratello
dell'imputato e i medici legali che intervennero sul posto.
Il pg Alessandro Aghemo - lo stesso magistrato che in primo
grado aveva chiesto la condanna di Alex - ha invitato i giudici
a riconsiderare la tesi della legittima difesa, che a suo parere
non sussiste. Il padre del ventunenne, Giuseppe, è stato
descritto come un uomo aggressivo, collerico, ossessionante e
minaccioso, tanto che i figli avevano cominciato a registrare le
sue frequenti scenate; quel giorno, dopo aver notato la moglie
(cassiera in un supermercato) mentre veniva salutata da un
collega sul lavoro, la chiamò sul telefonino per 101 volte e, al
rientro a casa, inscenò l'ennesimo litigio. Secondo i giudici
del primo grado Alex agì per difendere la madre, il fratello e
se stesso. "Pensavamo - ha commentato il suo difensore,
l'avvocato Claudio Strata - che non ci fossero i presupposti per
la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale, ma siamo e
restiamo sereni. Continuiamo ad avere totale fiducia nella
giustizia".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA